20.02.00

Diciotto anni fa, in questo momento, ero su un letto dell’ospedale Santo Spirito di Pescara a recitare preghiere.
Non potevo fare altro per te.
Era troppo presto: non eri ancora pronto per il mondo e in seguito capii che neanche il mondo era pronto per te.
Non sono bastati Napisan e Amuchina per preservarti dalle cose brutte. Non è bastata l’intenzione di non viziarti, per riuscire a non sciogliersi davanti ai tuoi sorrisi generosi.
Ti desideravo tanto, da sempre: da quando giocavo con i bambolotti da bambina, da quando tenni per la prima volta in braccio un neonato e lo annusai. Avevo sedici anni e in quel momento capii cosa avrei voluto fare da grande.

Guardati allo specchio, sei così bello! Ogni difetto messo al punto giusto, il carattere pessimo quanto basta, l’insolenza sempre in tasca, la faccia da schiaffi e le bugie che tenti di dirmi.
Come se io non avessi mai avuto la tua età, come se non sapessi quanto sia noioso, certi giorni, fare tutti i compiti o rispettare l’orario del rientro.
Voltati indietro, guarda quanta strada abbiamo percorso per arrivare fin qui. I tuoi capricci, le mie urla, i tuoi rifiuti, le mie insistenze, i tuoi pianti e i miei. Centinaia di palline colorate, le automobiline, Goku, Spiderman, Hulk e le trottole Bey Blade.
E poi l’Inter, il basket e finalmente i compagni di scuola, i compiti, le note, le gite, le uscite, le ragazze, gli amici! Gli amici veri da aiutare, da cui farsi aiutare, con cui superare certe giornate e litigare per poi fare pace. Perché la pace fatta è indispensabile per quelli come te.

Guarda quanta gente hai accanto, quando la vita si fa un po’ più dura. Loro sono la misura di quello che sei, il patrimonio che non potrai mai perdere, le radici, la concretezza, il sigillo di garanzia.
E ora guarda avanti, guarda quanta strada devi ancora percorrere, guarda com’è bella la vita: ce l’hai tutta tra le mani!
Dicono che ho gli occhi innamorati quando mi sei davanti, che ti permetto tutto e mi faccio prendere in giro. Non è così. È che mi fido di te. Anche quando sbagli, io mi fido di te. Mi fido di ciò che imparerai da quell’errore, mi fido del tuo cuore.
Benché quello di oggi sia un giorno tanto importante, non ho grandi discorsi da farti, né grandi regali da darti, ma di questo sono contenta.
Mi piace immaginarti adulto a ricordare come riuscivamo a ridere, nonostante le difficoltà. Mi piace pensare che, per questo, apprezzerai ogni cosa che in futuro avrai, senza credere che sia indispensabile averla, perché il fulcro non è quello.
Ti guardo e mi ricordo quanto è stato difficile per me crescere.
Però porto testimonianza di quanto sia bella la vita, di come ci si ritrovi più forti, coraggiosi e cazzuti DETERMINATI dopo ogni delusione.
Il mio meraviglioso Davide, più meraviglioso che mio.
Il gigante buffo e buono, con i piedi che escono fuori dal materasso, sempre un brufolo da combattere e un film per cui emozionarsi alla fine di ogni giornata.
Buon compleanno Davide.
Vedrai che, ancora una volta, sarai più forte di tutto. Un crociato non ti fermerà, vincerai anche questa battaglia e presto tornerai a correre nei campi da basket e sul mondo.

gRaffa
Raffaella Di Girolamo

6 Commenti su "20.02.00"

  1. Patrizia.paolilli | 20 Febbraio 2018 at 19:00 | Rispondi

    Caro auguroni a Davide e un bacio a te.sei grande

  2. Auguri Davide, complimenti Raffaella

  3. Auguri Davide, complimenti Raffaella

  4. Auguri a Davide e alla mamma!!

  5. Emozionante e piena d’amore.. Auguri Davide e complimenti alla mamma.

  6. 🥂 Auguri a Davide. A te, Raffaella, semplicemente questo :❤️… Dice tutto!

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