
Dà il telefono al figlio e finisce in tribunale. L’accusa, pesante, è quella di corruzione di minore: reato per il quale un cinquantunenne della Valle Peligna dovrà comparire il prossimo 26 febbraio davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona.
L’uomo è accusato di non aver esercitato il controllo dovuto sul figlio tredicenne che, lo scorso anno, insieme ad un amico, da scuola, aveva videochiamato una coetanea mostrando i genitali sul telefono. Una telefonata scioccante che la ragazzina aveva subito segnalato ai genitori e questi, a loro volta, ai carabinieri, sporgendo denuncia.
I militari così si erano presentati a casa dell’uomo che, ignaro di quanto accaduto, aveva spiegato che quel telefono – poi sequestrato dai carabinieri – era in uso al figlio.
La sim-card intestata a lui, però, ora ha messo lui nei guai: l’uomo rischia il processo e una condanna da uno a cinque anni per l’accusa che gli è stata mossa.
Ennesima dimostrazione di come l’uso dei telefoni e con essi dei social (anche se non è questo il caso) da parte di minori è responsabilità diretta dei genitori, che ne rispondono sia dal punto di vista giuridico, che etico.
Del caso si sta interessando anche la procura dei Minori dell’Aquila, anche per valutare eventuali profili di punibilità dei protagonisti, anche se al tempo, lo scorso anno, erano minori di quattordici anni.
Un caso che, soprattutto, riaccende i fari su un mondo, quello dei preadolescenti, che sembra essere del tutto fuori controllo. Un faro che circa un mese fa ha “accecato” la comunità peligna, e non solo, con la vicenda della dodicenne abusata e ricattata da altri tre minori per quasi due anni.
Una ferita ancora aperta per la quale a breve, con la perizia disposta dalla procura sui telefoni degli indagati, si aspettano sviluppi.
Fate una legge che vieti i telefonini ai ragazzini come stanno facendo in altri stati !
Solo così si risolve il problema
D’accordissimo con Rospo, ormai la situazione è fuori controllo
… quando l’ipocrisia supera il vissuto della quotidianità di questa nazione… per la legge sono sempre responsabili i genitori… ma questi adolescenti già a 10/12 anni parlano, conoscono e hanno visto cose che farebbero arrossire di vergogna persino le loro nonne… e stanno tutti con i cellulari in mano a chattare fra di loro…
Eccellente! Ecco una proposta:
È una verità che squarcia le pelli: i cellulari sono i nuovi idoli dei preadolescenti, mentre i genitori si trovano in una specie di esilio digitale dalla loro stessa casa. Il padre condannato per corruzione di minore? Un classico caso di colpa della vittima (del telefono, ovviamente)! Daltra parte, la Procura dei Minori sta già valutando se i coetanei della videochiamata abbiano un qualche profilo di punibilità… ma che succede quando i 13enni diventano 14enni? Magari allora la legge li scagiona? O forse è meglio un divieto totale, come suggerisce Rospo, per salvare il mondo dalla follia tecnologica? Chissà, forse dovremmo mettere i genitori sotto tutela per non farli cadere nel veleno dei social! 😂