
Ci sarà papà da oggi in poi per lei, e solo lui. Perché mamma, in attesa del processo di secondo grado, condannata in primo a nove anni di reclusione, non potrà più vederla. Anche se la bimba, oggi dodici anni, è tornata in paese. Il tribunale dei minori dell’Aquila ha affidato ora la piccola al padre biologico, dando seguito alle indicazioni del tribunale di Pescara che, a febbraio scorso, tolse la potestà genitoriale alla madre condannando lei (a nove anni) e il suo compagno (a diciassette anni e sette mesi) per violenza sessuale su minore.
Lei, la vittima, aveva appena dieci anni, quando nella primavera del 2022 la mamma tornò in un paese del Centro Abruzzo in compagnia di quell’uomo, quarantacinquenne siciliano, conosciuto in chat.
Da allora per oltre un anno, la bambina fu costretta a subire i ripetuti abusi sessuali ad opera del compagno della madre, fino a quando, a settembre del 2023, i carabinieri bussarono alla porta di casa, trovandolo ancora con i pantaloni abbassati e traducendolo in carcere.
Un blitz che non fu casuale, perché i militari, dopo la denuncia del padre biologico, avevano piazzato in quella casa popolare delle videocamere come cimici.
Quindi l’arresto e il trasferimento della bambina in una struttura protetta, dove è rimasta per diversi mesi.
Ai carabinieri il padre della bimba si era rivolto dopo il racconto scioccante della figlia, convinta a raccontare tutto da una sua amichetta con la quale si era confidata.
Una storia orrenda, consumata sotto gli occhi della madre che per i giudici non poteva non sapere ed andata avanti nonostante le numerose segnalazioni che la famiglia del padre biologico aveva fatto agli assistenti sociali sul modo in cui la piccola veniva allevata: trasandata, sporca, dimagrita.
Ma tanto orrore nessuno lo aveva immaginato dentro quelle quattro mura di una casa popolare.
Al rogo