A digiuno di politica

Qualcuno dentro e fuori i corridoi di palazzo di Giustizia lo ripete e vocifera, con quell’aria maliziosa e un po’ sfidante: che la Bianchi, Elisabetta al secolo avvocata e consigliera comunale, questa onda della protesta in difesa del tribunale la sta cavalcando per fini politici. Perché insomma con le elezioni alle porte e le liste che si devono chiudere tra meno di un mese, un’eroina con lo scudo di Don Chisciotte, farebbe gola a chiunque. Civici, Rinascimenti o centrodestra che sia.

E che insomma tutto questo Amba Radam è per alzare il suo “prezzo di mercato”, proiettato se non alla candidatura a sindaco, almeno a qualche ruolo di peso nella futura amministrazione comunale.

E l’analisi non è neanche sbagliata in sé, piuttosto lo è il tono con cui la si fa: spesso di sufficienza quando non è dispregiativo.

Il punto dirimente sta tutto qui: la Bianchi, con il digiuno e l’occupazione del tribunale, fino a rischiare denunce oltre che la salute, sta facendo un’azione politica e in questo non c’è nulla di meschino e deviato. Anzi. Sta facendo politica, fosse anche per un suo ritorno elettorale, nel modo più limpido e schietto. Non con promesse di assunzioni al Cogesa, per intendersi, ma con quelle di un impegno convinto per una causa comune. Non con le chiacchiere, ma mettendoci la faccia, il corpo, la salute e rischiando la fedina penale. “Sono cresciuta a pane e Radio Radicale” dice, d’altronde, rimandando alla memoria a quel colosso della protesta e della politica che fu Marco Pannella.

Lo sgombero annunciato ieri per il momento non c’è stato, perché persino chi l’ha chiusa, anzi sequestrata, tra due porte del tribunale, mettendo per diverse ore a rischio la sua incolumità senza fornirle vie di fuga, ha capito che arrivati a questo punto il “martirio” sarebbe la sua consacrazione sulla fascia del rogo, la sua elezione a Giovanna D’Arco, sempre che la “pulzella d’Orléans” originale non se la prenda.

La sua è stata, è vero, una scelta solitaria e non concordata, ma non per questo va smontata. Piuttosto sostenuta e cavalcata. Che la scusa della destinazione d’uso della saletta degli avvocati davvero non regge, se solo si pensa che in quelle stanze si sono ospitate persino camere ardenti, da fare concorrenza alle Case funerarie.

La verità è che con il suo sacrificio di cibo e vacanze, la Bianchi ha esautorato tutte le chiacchiere fatte finora in difesa del tribunale e, per chi la conosce, c’è anche una sentita preoccupazione di vedersi tra un anno declassata a cittadina di paese e non più di città, con le scuole che chiudono, gli ospedali ridotti, i tribunali smobilitati e “i metri quadri che perdono di valore”.

Sì, l’azione della Bianchi è sfacciatamente e genuinamente politica e anche elettorale. Embè?

E alla politica che, in fondo, il suo digiuno e la sua protesta fanno appello.

(aggiornamento)

Poco dopo la mezzanotte nella parte del tribunale di pertinenza del consiglio dell’Ordine degli avvocati sono entrati a presidio della struttura tre membri del direttivo (Giuseppe Giammarco, Maurizia Sciuba e Simona Fusco) e il dipendente dello stesso Coa. I quattro hanno così riaperto la porta nel retro del tribunale, assicurando così una via di fuga alla Bianchi dopo la chiusura della porte di comunicazione con i locali del tribunale.

“Tanto è stato deciso per scongiurare l’esecuzione di un atto, altrimenti dovuto ed imminente, vale a dire l’allontanamento della Collega Elisabetta Bianchi, al terzo giorno di sciopero della fame in segno di protesta contro la disposta soppressione (dal settembre 2022) del nostro Ufficio giudiziario, ad opera delle Forze di Polizia – spiega il presidente dell’Ordine, Luca Tirabassi -.  Una simile eventualità, oltre che mortificante per l’Avv. Bianchi, avrebbe rischiato di arrecare ulteriore pregiudizio alla battaglia che, da anni, e in particolare, nelle ultime settimane, l’Ordine Forense, d’intesa con l’Amministrazione comunale e con i parlamentari abruzzesi, sta conducendo strenuamente al fine di salvaguardare la permanenza del Tribunale di Sulmona. 

Tanto è stato deciso per scongiurare l’esecuzione di un atto, altrimenti dovuto ed imminente, vale a dire l’allontanamento della Collega Elisabetta Bianchi, al terzo giorno di sciopero della fame in segno di protesta contro la disposta soppressione (dal settembre 2022) del nostro Ufficio giudiziario, ad opera delle Forze di Polizia. 

Una simile eventualità, oltre che mortificante per l’Avv. Bianchi, avrebbe rischiato di arrecare ulteriore pregiudizio alla battaglia che, da anni, e in particolare, nelle ultime settimane, l’Ordine Forense, d’intesa con l’Amministrazione comunale e con i parlamentari abruzzesi, sta conducendo strenuamente al fine di salvaguardare la permanenza del Tribunale di Sulmona. 

Ribadita, ove ve ne fosse bisogno, la piena condivisione delle dichiarate finalità della estrema forma di protesta attuata dalla Collega Bianchi, resta il dissenso, e non potrebbe essere diversamente, su tempi, luoghi e modalità di tale protesta, poiché avviata e portata avanti in modo del tutto autonomo, senza alcuna previa comunicazione e concertazione con l’Ordine Forense e con l’Assemblea degli Avvocati che, già programmata la scorsa settimana, si svolgerà domani mattina. Rinnovo, pertanto, l’invito, già reiteratamente ed in ogni modo rivolto alla Collega Bianchi, a voler desistere, quanto prima, da una protesta che rischia di compromettere in modo grave la sua salute, esortandola a condividere e sostenere le iniziative che, anche in queste ultime ore, sono state assunte in sede parlamentare per la salvaguardia dei 4 Tribunali sub provinciali abruzzesi (Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto) ed eventualmente le altre ed ulteriori che dovessero essere deliberate in sede assembleare”. 

8 Commenti su "A digiuno di politica"

  1. Vorrei avere più chiare info su chi votare per essere assunto al Cogesa.
    Grazie

  2. Chiedere ad Amministratori, Presidente, Ingegneri

  3. Interesse o non interesse personale,questa è una protesta da apprezzare.
    Ci siamo fatti sfilare ospedale, caserma e scuole senza dire nulla…. Per uno che ha deciso di lottare ci lamentiamo!?

  4. La mattina io mi alzo e prendo il treno.

  5. Ma il voto di scambio è stato depenalizzato in valle Peligna?

  6. Una disamina sul senso dell’agire politico estremamente lucida.
    Una rarità nel panorama peligno.
    Bene.

  7. Al di fuori di ogni supposizione con le loro connesse ipotizzabili strumentalizzazioni sulla vicenda “occupazione del tribunale a fini politici personali”, la risposta può darla il solo diretto interessato e attualmente sul suo “personal istitutional social di tutto ciò non vi è “OVVIAMENTE” menzione alcuna, lasciando a crogiolarsi nel fuoco politico i suoi “competitors politici”!
    Apprezzabile il minimo sforzo del digiuno, quale “già affermata habitué”, come già accaduto nel recente passato e come da lei stessa elogiato nei richiami radical e aggiungerei “chic”.
    Non ravvedo alcun atto di martirio “pseudo cattolico” ma forse più un atto di estremismo professionale nel nome di una BEN sfruttabile “JIHAD PELIGNA” dall’utile (e solo questo) ritorno d’immagine, diversamente, il nemico più temuto e insidioso sarà il futuro martirio in chiave “trasporti locali”.
    Pura farsa ideologica e populista il declassamento posticipato da qui a un anno della città; probabilmente l’interessata non nota il declino della città da già più di un decennio (per restare corti), e gli accostamenti fra istituzionali e immobiliari per toccare il sentimento del popolo più nella tasca che nel cuore, tralasciando clamorosamente il “valore del lavoro” lascia intendere quali i suoi “SINCERI SENTIMENTI”.
    Brutta caduta di gusto il ricordare l’utilizzo “funerale istituzionale” all’interno del tribunale, laddove al contrario non se ne cita “l’intromissione di natura “divina” in ambito politico istituzionale per il salvataggio del tribunale” e proprio da colui che non è riuscito a garantire la presenza dei salesiani in città o non è forse anch’essa una grave perdita?

    MA CIO’ CHE PIU’ NON CAPISCO DA ANNI È IL PERCHE’ SI CHIEDA “CONTINUAMENTE” DA PARTE DEL MONDO POLITICO “LA PROROGA E NON LO STRALCIO” DEI QUATTRO TRIBUNALI DALLA LISTA DEI TRIBUNALI DA SOPPRIMERE O MEGLIO GIA’ SOPPRESSI!

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