Abuso d’ufficio e diffamazione, il comandante denuncia mezzo consiglio comunale

Se avrà conseguenze penali sarà la procura della Repubblica di Sulmona a deciderlo, ma certo la decisione del comandante della polizia municipale Antonio Litigante di denunciare mezzo consiglio comunale, è destinata ad infuocare il già incandescente clima a palazzo San Francesco.
Il comandante si è infatti rivolto ai magistrati con un esposto-querela per verificare se i rappresentanti eletti abbiano commesso i reati di abuso d’ufficio e diffamazione nel voler trattare per forza, in seduta pubblica, l’interrogazione che era stata presentata dai consiglieri Elisabetta Bianchi e Fabio Ranalli e relativa alla sua messa in quiescenza.
Un caso che era finito anche sugli organi di stampa, ma che soprattutto era stato dibattuto in consiglio comunale lo scorso 20 marzo in forma pubblica, nonostante gli avvertimenti dello stesso comandante e “le perplessità” messe nero su bianco dal dirigente Filomena Sorrentino, sulla opportunità e possibilità di trattare l’argomento “senza veli”.
Secondo il regolamento comunale, al quale Litigante fa riferimento, infatti, “le sedute sono sempre segrete quando si tratta di questioni concernenti apprezzamenti sulle persone” e per dirla con il parere espresso dalla dirigente Sorrentino in questo caso si discuteva di questioni “riguardanti i requisiti anagrafici e contributivi di uno specifico dipendente del Comune”.
Insomma la seduta avrebbe dovuto essere celebrata, nel punto specifico, a porte chiuse ovvero in forma segreta. Cosa che non era avvenuta, perché al momento di votare sul tipo di procedura da seguire il consigliere Fabio Pingue aveva chiesto e ottenuto una sospensione con riunione dei capigruppo.
Al rientro in Aula, quindi, anziché mettere a votazione la procedura segreta o pubblica, il presidente Katia Di Marzio aveva direttamente aperto la discussione, provocando la sdegnata reazione del sindaco Casini e di parte della maggioranza che avevano abbandonato l’Aula.
Così ora Litigante ha chiesto ai magistrati di valutare la correttezza del comportamento dei consiglieri rimasti a dibattere del suo pensionamento, con una denuncia che vede coinvolti ben nove consiglieri.
A partire dal presidente del consiglio Katia Di Marzio, per passare ai consiglieri di maggioranza Mauro Tirabassi, Fabio Pingue e Deborah D’Amico, per finire con quelli di opposizione Elisabetta Bianchi, Fabio Ranalli, Francesco Perrotta, Maurizio Balassone e Antonio Di Rienzo.

3 Commenti su "Abuso d’ufficio e diffamazione, il comandante denuncia mezzo consiglio comunale"

  1. finalmente uno uomo con gli attributi,basta con questi ciatroni,campiono di chiacchiere,annunci,dichiarazioni,comunicati,tavoli di confronto,conferenze,ecc,ecc il tutto in assenza di risultati,nulla e poi nulla…ora anche il comandante contro,oltretutto l’ avvertimento,ammonimento era stato dato…idioti ? Di certo l’arroganza,la superbia,la presunzione di credere di poter fare cio’ che meglio si crede….tra poco tutti a casa,un grazie e’ d’obbligo,finalmante un uomo vero,pedate ai quaquaraqua’,anatre nelle pozzanghere…di Leonardo.

  2. Art. 32 ‐ Sedute del Consiglio Comunale   
    ….Le  sedute  sono  sempre  segrete  quando  si  tratta  di  questioni  concernenti  apprezzamenti sulle persone. 
    Lapalissiano.

  3. Questi delegati/amminmistratori incapaci,impreparati,cosa possono sapere del capitano francese?
    Meglio rimanere nel borgo,gli indicati aventi ruolo non riescono nelle attivita’,funzioni,
    azioni ovvie, figuriamoci in quelle di previsione con piani ,progetti realizzabili,per l’Interesse generale di cui le aspettative dei Cittadini,quali servizi efficienti e fruibili,
    benessere diffuso ,benefici,creando buone condizioni per commercio,industria,artigianato,
    sicurezza,decoro,manutenzione,pulizia,ecc,ecc tutto ovvio per normali,utili,validi,efficienti amministratori…impossibile con improduttivi,inconcludenti, negligenti appunto lapissiani.

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