Acque agitate alla Saca. Accordo antigerosolimo dei sindaci per un nuovo cda

Sulla gestione delle partecipate l’aria, anzi l’acqua, sembra sia destinata a cambiare già da domani. L’assemblea dei soci Saca convocata per domani, infatti, ha all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio e il rinnovo delle cariche gestionali a seguito della scadenza del mandato dell’amministratore unico Luigi Di Loreto, uomo di Gerosolimo e che, dopo una prima titubanza, i gerosolimiani intendono confermare alla guida della Saca.
Ma i numeri non sembrano questa volta essere dalla parte dell’ex assessore regionale, perché centrodestra e centrosinistra sembrano aver raggiunto un accordo per far fuori dalla partecipata la componente civica. Insomma ci si avvia verso una nuova gestione unitaria, ma senza la componente gerosolimiana.


Sono i nodi che vengono al pettine dopo la rottura sulla nomina dell’altra partecipata, il Cogesa, che due anni fa ruppe definitivamente i rapporti e il quieto vivere tra gli amministratori del territorio, con risvolti anche giudiziari ancora in corso che vedono indagati l’assessore comunale di Sulmona Stefano Mariani e una dipendente per la vicenda del verbale presunto falso e lo stesso amministratore Cogesa, Vincenzo Margiotta, per la questione dei rimborsi viaggio.


I diciannove Comuni-soci, che a differenza di Cogesa, valgono ognuno una quota, sono divisi con da una parte il fronte di Gerosolimo che conta sette Comuni (Sulmona, Castel di Sangro, Pettorano sul Gizio, Roccacasale, Introdacqua, Cocullo e Rivisondoli) e dall’altra i sindaci di centrodestra e centrosinistra che, almeno sulla carta, possono contare su dodici voti: quelli del centrodestra (Pratola Peligna, Vittorito, Raiano, Villalago e Campo di Giove) e quelli del centrosinistra (Pescocostanzo, Cansano, Scontrone, Corfinio, Roccaraso, Alfedena e forse Scanno, il cui sindaco Mastrogiovanni sulla vicenda Cogesa ha sostenuto però Margiotta).
L’accordo bipartisan prevede di ricostituire al posto dell’amministratore unico un consiglio di amministrazione a tre, nel quale la presidenza sarebbe assegnata ad un uomo di centrodestra e gli altri due membri al centrosinistra.


Una partita ancora aperta, in verità, ma su cui, questa volta, la trama tessuta dal sindaco di Pratola Peligna Antonella Di Nino, potrebbe avere ragione, anche nel caso di defiance da parte di Scanno.
Se così dovesse essere, comunque, la nuova governance di Saca escluderebbe di fatto dall’organigramma uomini e rappresentanti dei due centri maggiori, ovvero Sulmona e Castel di Sangro. Segnando un rivincita del fronte antigerosolimiano che potrebbe avere ripercussioni anche su Cogesa dove, d’altronde, da tempo si sta tentando di costituire un cda a tre che assicuri maggiore controllo sulla gestione della partecipata.

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