Aggressioni al personale medico, la Uil fissa i paletti: “Si torni a lavorare in sicurezza”

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’aggressione di un detenuto del carcere di Sulmona ai danni di un medico, durante una visita, ma dietro alla rabbia espressa dalla UIL FPL Sulmona-Castel di Sangro c’è molto di più. Ci sono tutte le carenze e i disagi che accompagnano da anni la medicina territoriale a causa dei tagli ai costi di gestione e al personale. Lo scrive chiaramente la dottoressa Gianna Tollis, del coordinamento Medici UIL FPL L’Aquila, nella nota diramata dalla sigla sindacale: “E’ ora di dire che i medici non ne possono più – si legge -, che non si sentono tutelati né protetti da un sistema sanitario che negli ultimi decenni si è mostrato sempre meno attento alle necessità dei lavoratori. Forse non è chiaro a tutti ma siamo molto vicini alla resa dei conti: il risparmio sul personale ha determinato una gravissima penuria di professionisti, il continuo ricorso a contratti a tempo determinato non ha permesso di fidelizzare i bravi medici che si sono rifugiati nel privato o all’estero, il mancato adeguamento degli stipendi ha indotto i giovani a scegliere altre strade di vita, l’eccessiva politicizzazione della sanità ha fatto sparire la meritocrazia a favore di mercificazione della professione e dei posti di potere”.

“E’ giunto il momento di dire basta – prosegue la nota -. E’ giunto il momento di dire che questa sanità è un’altra cosa rispetto a quello che noi medici abbiamo in mente e per cui ogni giorno combattiamo la nostra piccola battaglia della vita. Non è accettabile lavorare con la paura che un paziente, detenuto o brava persona che sia, possa picchiare un medico nell’esercizio delle sue funzioni. Deve essere chiaro a tutti che nessun medico ha come obiettivo nella sua giornata di fare male il suo mestiere; si può essere più o meno capaci, più o meno predisposti, più o meno empatici ma nessuno , scegliendo la lunga e faticosa strada della medicina, sceglie di fare del male. In una società in cui ancora si punisce chi difende la proprietà o se stesso, si tollera che nei servizi sanitari, quelli di emergenza soprattutto, sempre più spesso gli operatori vengano maltrattati dai pazienti che, addirittura, spesso, sono persino giustificati dal “ben pensare” comune”.

Nel mirino finiscono anche le due riforme della Sanità che hanno sottratto risorse, hanno ripensato l’organizzazione sanitaria in termini economico-politici e non in funzione dei reali bisogni del cittadino. Quelle riforme che hanno fatto del bene salute un bene commercializzabile secondo le regole dei mercati.

“Il risultato è stato l’impoverimento delle periferie e dei piccoli centri – prosegue la dottoressa Tollis -, la sofferenza delle zone meno popolose che, a parità di servizi possono contare su risorse nettamente inferiori, l’aumento della quantità e qualità delle prestazioni richieste a fronte di una continua e costante diminuzione della capacità di erogarle : man mano che i professionisti vanno in pensione non sono sostituiti da medici giovani. E’ sotto gli occhi di tutti quello che sta accadendo per la Pediatria di famiglia per esempio, ove non sono più disponibili pediatri di famiglia con genitori costretti ad iscrivere i propri figli ai medici di Medicina Generale; è una sconfitta per tutti perché la specificità, insieme con la prossimità, delle cure è il perno su cui dovrebbe girare il nostro Sistema Sanitario che tutti ci invidiavano fino a qualche tempo fa”.

Tra le battaglie che l’organizzazione sindacale si propone di portare avanti, vi è l’opposizione alla proposta del pensionamento dei Medici di Medicina Generale a 74 anni e il ripristino del Posto di Polizia per permettere di svolgere il mestiere in tutta sicurezza. E poi il tema concorsi, affinché si immettano forze fresche a tempo indeterminato evitando di passare per le Agenzie Interinali.

2 Commenti su "Aggressioni al personale medico, la Uil fissa i paletti: “Si torni a lavorare in sicurezza”"

  1. Le sinistre, leggasi in particolare riforma Lorenzin (PD), che prevede tra l’altro la soppressione dei punti nascita con meno di 500 parti all’anno, quindi anche quello di Sulmona, hanno portato al disastro la tanto celebrata (un tempo forse) sanità italiana. Fortuna che il popolo italiano li abbia mandati a casa..speriamo che questi oggi al governo non facciano le stesse cazzate…risparmiare sulla sanità distruggendola…assurdo!

  2. Il presidente del Consiglio nella conferenza stampa di fine anno replica alle critiche per gli scarsi finanziamenti al settore in Legge di Bilancio: “Abbiamo cercato di fare uno sforzo”. Ma poi precisa che per ora non si prevedono nuove iniezioni di fondi: “Non so quanto si possa ritenere che quello fatto durante il Covid sia il parametro” anche per il futuro. Carlo dormi tranquillo che il popolo italiano VOTA e sicuramente anche tu voti .

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