“Siamo costretti a fare rifornimento con il gasolio industriale a 1,85 euro al litro anziché 1 euro del gasolio agricolo. Insomma per acquistare un litro di gasolio occorre produrre e vendere quasi due litri di latte”. Sono parole di sconforto quelle del presidente dell’associazione Abruzzo in Agris Marco Finocchio davanti alla drammatica situazione in cui versano gli oltre 220 imprenditori agricoli della regione.
“Tutti in difficoltà per le semine e le coltivazioni da mettere in campo questa stagione” continua Finocchio spiegando che “il gasolio agricolo è finito e siamo ancora in attesa dell’ultima assegnazione dell’anno”. Quella del 5 per cento di gasolio agricolo che la Regione avrebbe dovuto fare avvalendosi del sistema Abaco, un sistema “ad aggi non ancora funzionante” aggiunge Finocchio, con la conseguenza che gli agricoltori restano a secco.
“E la Regione non si fa sentire” conclude il presidente di Abruzzo in Agris che alla politica chiede di risolvere il problema del programma non funzionante e procedere all’assegnazione che gli agricoltori da troppo tempo aspettano.
Ma facciamola finita con questa agricoltura di poveracci assistenziali che ci fanno costare i beni di consumo 5 volte di più con la scusa di una pseudoqualità che si autodeterminano da soli. In Russia è in USA il gasolio costa 20 centesimi, i terreni sono tutti enormi in pianure sterminate dove si possono impiegare macchine grandissime di massima produttività con la conseguenza che possono arrivarci nei porti gli stessi prodotti alimentari ad un quinto di quello che vuole vendere i la speculazione di questa gente con poche particelle di terreno pochi capi di bestiame e poca fortuna nella personalità.
VIVA I CERVI, VIVA LE FORESTE PRIMITIVE.