Al Caniglia, oltre la gabbia

Non sarà proprio un ritorno alla normalità per il Teatro “Maria Caniglia”, dove il sipario tornerà sì ad aprirsi, ma lo farà con tutte le restrizioni e nella forma che il momento impone. L’odore del palcoscenico sarà infatti solo per gli artisti nelle giornate del 27, 28 e 29 marzo quando in scena andrà lo spettacolo “ION” (regia di Dino Lopardo) che inaugurerà in maniera inedita e insolita (con gli spettatori collegati virtualmente) la stagione teatrale di prosa, affidata per quest’anno ad un gruppo di ragazzi e ragazze giovanissimi guidati dal direttore artistico Patrizio Maria D’Artista. Con questa mossa vogliono soppiantare le difficoltà con la voglia di ripartire perché hanno da dimostrare quel che valgono e tanta voglia di mettersi in gioco.

Quello scelto non è una weekend causale, ma è quello dove si sarebbe dovuti tornare in presenza al teatro. “Era stata promessa la riapertura dei teatri per il 27 marzo che è la Giornata mondiale del teatro – spiega Patrizio Maria D’Artista -, noi abbiamo comunque voluto simbolicamente riaprire il sipario per dare un segnale e riavvicinare il pubblico al proprio teatro. Da quest’anno sia attraverso il lancio del sito sia attraverso una comunicazione che avviene quotidianamente facciamo in modo che il teatro viva in città quotidianamente, mandando contenuti, lanciando idee, coinvolgendo la popolazione. Non abbiamo in mente un teatro aperto solo nei momenti di spettacolo”.

L’idea dello spettacolo teatrale in streaming era stata anticipata soltanto pochi giorni fa dalla Scala di Milano con il dittico di Kurt Weill e Bertolt Brecht “I sette peccati capitali” ed ha colpito la capacità di riportare tale iniziativa sul territorio peligno. Come a dire che il nuovo Caniglia che si scrolla di dosso il provincialismo tipico di queste parti visto e rivisto in mille ambiti, allunga lo sguardo oltre le montagne senza il timore di replicare quanto avviene in luoghi ben più blasonati del nostro.

“Se da una squadra di trentenni quali siamo non ci si aspetta questo – commenta ancora D’Artista – non si andrà molto lontano. Il teatro lo si fa in presenza non c’è dubbio, ma questa pandemia c’ha insegnato che esistono importanti potenzialità che riusciamo ad esprimere anche attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali”.

Lo spettacolo che vedrà la prima il 27, “ION”, nasce da un’idea di Andrea Tosi e con Alfredo Tortorelli, Andrea Tosi e Iole Franco, prodotto da Nostos teatro con il collettivo I.T.A.C.A. È la storia di due fratelli rinchiusi in una gabbia immaginaria quella delle mura domestiche da dove prende il via questa vicenda, questo conflitto ancestrale in cui non c’è chi vince o chi perde ma solo il fluire degli eventi che condizionano un essere umano sin dalla nascita. I biglietti sono acquistabili sulla piattaforma https://oooh.events/evento/ion-teatro-maria-caniglia-2703-biglietti/

Quella alle porte è una nuova gestione capace anche di mettere in rete le varie compagnie e associazioni che si occupano di teatro con “Caniglia in Rete”, esperienza che in assoluta controtendenza con quanto solitamente avviene in Valle Peligna – dove ci si litiga il misero piatto di lenticchie -, vuole tenere unite le realtà teatrali verso un fine comune.

Una direzione artistica nuova e giovane quella del Caniglia dunque, sulla quale non a caso ci sono molte aspettative. È una scommessa certo, ma anche la conferma che quando i giovani e le giovani di questa città sono messi nella condizione di ricoprire una posizione di responsabilità in autonomia, sanno restituire esperienze all’altezza. L’esatto opposto di quanto visto in questi anni in politica, dove i giovani sono stati gli “yes man” assoggettati al notabile di turno e i risultati sono davanti agli occhi di tutti.

Savino Monterisi

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