Al via il cantiere per il triage dell’Annunziata, ma l’opera era prevista da 5 anni

I lavori di realizzazione del pre-triage dell’ospedale di Sulmona inizieranno formalmente domani con l’apertura del cantiere: 200mila euro per adeguare l’ex distretto sanitario contiguo al nuovo plesso ospedaliero con la realizzazione di due stanze con bagno e percorsi separati per infetti e non. Sarà inoltre realizzato un collegamento diretto tra le due strutture, ovvero con il pronto soccorso, anche se è ancora da decidere se chiuso o solo con copertura. La struttura permetterà di accogliere i pazienti, verificare le loro condizioni e la loro eventuale positività, prima di indirizzarli ai relativi reparti di ricovero. Una sorta di anticamera, insomma, che andrà a sostituire lo scandaloso punto di accoglienza dell’ex pronto soccorso, dove finora sono gestiti i pazienti in entrata, ammucchiati in stanze senza bagno e con problemi di agibilità oltre che igienici, tanto da richiedere un esposto dei sindacati a cui è seguita qualche giorno fa una visita del Nas.

L’opera, affidata ad una ditta romana, arriva con alcuni giorni di ritardo rispetto a quanto promesso da Marsilio e questo perché la prima gara è andata deserta. Per completare i lavori saranno necessari sessanta giorni e dunque il nuovo pre-triage sarà pronto verso la metà di febbraio.

Il ritardo, però, a ben vedere, non è quello di giorni e settimane, ma di anni: la realizzazione di un pre-triage a Sulmona, così come in tutti gli ospedali forniti di pronto soccorso, infatti, doveva essere conclusa da almeno due anni. Questo si legge nel Piano di emergenza regionale per la gestione delle emergenze infettive che porta, con incredibile lungimiranza anche nella previsione del tipo di pandemia, la data del 2015.

Un documento ufficiale, adottato nel 2016 dalla Regione, che a leggerlo oggi (qui uno stralcio) fa scorrere i brividi: “Le malattie infettive rappresentano un problema globale di sanità pubblica complesso – si legge nel Piano – tra queste, nuove e riemergenti infezioni negli ultimi anni hanno causato nel mondo epidemie e pandemie che sfidano le potenzialità di controllo delle principali organizzazioni mondiali sanitarie: le infezioni da Sars CoV, Mers CoV… I coronavirus sono un esempio di virus che hanno effettuato il salto di specie. L’epidemia dell’infezione respiratoria da Sars CoV si è sviluppata tra il 2002 e il 2003”.

Questo Piano che doveva essere concluso entro due anni dall’approvazione della delibera e avviato entro il primo semestre del 2016, prevedeva esplicitamente “l’adeguamento strutturale di una serie in rete di strutture sanitarie a capillare diffusione sul territorio regionale per l’esecuzione di triage in sicurezza e la presa in carico per gli individui con sospetto ed infezioni trasmissibili” e si cita tra questi ancora la Sars CoV. “Pertanto nel programma verranno ispezionati tutte le UO di Pronto soccorso della regione – si legge nel documento – ed in tutte identificate aree di sicurezza e percorsi separati per il triage dei pazienti a rischio respiratorio. Si tratterà di chiara identificazione e finalizzazione di locali adeguati per l’isolamento temporaneo, prima del trasferimento del paziente nella struttura più vicina per il triage completo”.

Un Piano che in Abruzzo non si è mai compiuto, “perché mancava un collegamento con un inesistente Piano nazionale – ricorda l’allora assessore alla Sanità, Silvio Paolucci – però nel 2019 l’Oms parlava di una minaccia reale in arrivo, in rapido movimento, altamente letale di un agente patogeno respiratorio, mi chiedo con questo allarme e con quel Piano da noi approvato nel 2016 e prorogato, l’attuale giunta che cosa ha fatto? Senza contare che noi abbiamo avuto 95 milioni di euro in quattro anni, mentre solo in un semestre nel 2020 i soldi a disposizione sono stati 108 milioni di euro”.

Con un aggravante non da poco per Sulmona che ha inaugurato il nuovo plesso ospedaliero nel dicembre del 2018 (con trasferimento a settembre 2019) e che, se la Asl avesse voluto, se ne fosse preoccupata o avesse dato seguito a quelle indicazioni, avrebbe potuto facilmente realizzare il pre-triage in fase di costruzione. E chissà se a quest’ora staremmo piangendo qualche morto in meno.

1 Commento su "Al via il cantiere per il triage dell’Annunziata, ma l’opera era prevista da 5 anni"

  1. Che dire: meglio tardi (tardissimo) che mai? Diciamolo.

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