Allarme personale ATA: tagli e soppressioni in provincia. La CGIL chiede un tavolo tecnico

Il mondo scuola torna al centro dei discorsi nella provincia dell’Aquila dopo l’incontro tra la FLC CGIL e l’Ufficio Scolastico Provinciale con l’organico di diritto del personale ATA come tema centrale. Gli istituti provinciali risentono di quello spopolamento che porta a un’inevitabile riduzione degli studenti (il prossimo anno scolastico ci sarà un calo di 2.700 iscrizioni) e, di conseguenza alla scomparsa di determinati istituti che non raggiungono il numero legale di studenti previsto dal Dpr. 81/2009, i cui parametri nazionali sono decisamente irraggiungibili per la provincia aquilana.

A ciò si aggiungerà la soppressione dell’organico Covid che metterà fine ad alcuni contratti a tempo determinato di docenti e, appunto, personale ATA. Qui, però, potrebbe arrivare in aiuto la crisi Ucraina, con il continuo arrivo di migliaia di bambini ucraini nelle scuole parte del contingente Covid potrebbe essere riconfermato, ma si attendono sviluppi dal Governo.

“Tornare dopo oltre due anni di pandemia ad una situazione quo ante significa, con tutta probabilità, non poter garantire un regolare servizio scolastico – fanno sapere dalla CGIL – Il cosiddetto organico COVID si è reso necessario, nella nostra provincia come in tutta Italia, proprio a causa di insufficienti dotazioni organiche e di edilizia scolastica non adeguate a garantire misure di sicurezza e non solo per ragioni pandemiche. Per capire la difficoltà dell’insufficiente dotazione organica ATA nella nostra provincia bisogna acquisire definitivamente che, a fronte di uno spopolamento sempre maggiore, le scuole continuano a presidiare il territorio e, paradossalmente, sono proprio quegli istituti comprensivi a maggior rischio di perdita di alunni ad avere un maggior numero di plessi sul territorio. Abbiamo Istituti Comprensivi che arrivano ad avere fino a 17 plessi distribuiti su più comuni, su aree geografiche scomode da raggiungere e impoverite da mancanza di servizi e di lavoro. Plessi-presidio dunque che la FLC CGIL ritiene siano fondamentali per mantenere viva una comunità seppur piccola che, altrimenti, rischierebbe di subire ulteriori esodi verso zone con maggiori possibilità economiche, lavorative e sociali, aumentando il fenomeno della desertificazione del territorio. La scuola in questi plessi spesso è l’ultimo servizio garantito. Ma la scuola senza il personale ATA non può funzionare”.

La sigla sindacale chiede a gran voce tavoli tecnici aperti a tutti gli attori (tra cui i politici) per salvare il diritto allo studio nelle aree interne, sempre più isolate e senza una progettazione a lungo termine. “Ci chiediamo – prosegue la CGIL – quante altre volte dovremo denunciare una totale mancanza di progettazione del territorio e, soprattutto, una endemica incapacità  politica a riconoscere alla scuola un ruolo centrale per la sopravvivenza stessa della nostra provincia che, anche a differenza di altre province della nostra regione, non ha sbocco sul mare, non ha il respiro delle aree costiere e vive da decenni un inesorabile e triste declino”.

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