Allarme siccità. Produzioni di vino e olio ad alto rischio

È un’estate torrida ma, soprattutto, priva di quelle piogge sparse che darebbero tregua e linfa vitale alle piantagioni e ai raccolti. A lanciare l’allarme è la Confagricoltura, che stima perdite pesantissime per l’Abruzzo. Sulla costa, in particolar modo, la situazione sfiora numeri critici. I tecnici di Confagricoltura, infatti, stimano perdite del 50% per la produzione vitivinicola. Inoltre, le temperature registrate negli ultimi giorni, hanno anticipato il processo di maturazione di 15/20 giorni rispetto alla media, di quelle uve utilizzate per vini pregiati come Chardonney, Pinot Grigio, Shiraz, Pecorino e Passerina.

A risentire di questo clima anomalo sono anche gli oliveti, con una produzione dimezzata. Poche olive e olio di scarsa qualità potrebbero essere le naturali conseguenze di questa siccità. A soffrire sono anche il comparto florovivaistico e quello orticolo dove sarà difficile impiantare gli ortaggi per le produzioni invernali. Anche le aziende agricole servite dagli impianti irrigui dei consorzi di bonifica hanno subito limitazioni alle irrigazioni di soccorso per la carenza di acqua e in molte aree della regione il servizio è stato addirittura sospeso. Al momento l’unica area abruzzese che sembra non risentire della siccità è la piana del Fucino.

“Gli agricoltori con terreni lungo la costa adriatica e quelli sulle colline delle provincie di Chieti, Pescara e Teramo vedono già compromesse le produzioni orticole, viticole ed olivicole – afferma Mauro Lovato, Vice Presidente di Confagricoltura Abruzzo-. Le nostre preoccupazioni, più che fondate, meritano attenzione politica regionale, nazionale ed europea. L’agricoltura nel periodo pandemico è stata l’attività che più si è sacrificata per garantire le produzioni e la sussistenza alimentare dei cittadini, ma allo stesso tempo le stesse aziende sono state quelle meno compensate da integrazioni al reddito. Il nostro grido d’allarme vuole orientare l’attenzione a prevedere la delimitazione delle aree colpite e dichiarare lo stato di calamità naturale in quanto i danni si stimano in oltre il 30%. Chiediamo, inoltre che vengano disposte quote aggiuntive di gasolio agricolo per non ricorrere all’approvvigionamento nei distributori con ulteriore aggravio di spese”.

Il grido d’allarme riguardo una possibile estate con i rubinetti a secco era arrivato stato lanciato lo scorso giugno, proprio dalla nostra testata, con un elenco di tutte le problematiche legate all’acqua che interessavano il Centro Abruzzo e, in particolar modo, la Valle Peligna. Fonti inquinate, campi da coltivare senza irrigazione per settimane e canali ad altissima dispersione. Ora bisognerà stringere i denti, perché l’estate non è ancora agli sgoccioli ma l’acqua abruzzese sì.

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