“Allevatori della Montagna Madre”, il Parco Majella presenta il nuovo programma

Venerdì 21 Febbraio, alle ore 10.00, presso la Sede Operativa del Parco di Badia Morronese in Sulmona, sarà presentato il programma “Allevatori della Montagna Madre”, una nuova prospettiva e una nuova fase collaborativa, che nasce dalla consapevolezza che gli allevatori del Parco sono non solo attori fondamentali nel concepire un reale e consapevole livello di tutela dei territori, ma che sono gli unici concreti custodi del patrimonio naturale rappresentato dai pascoli della Majella.

Interverranno il Presidente del Parco Lucio Zazzara, il Presidente della Comunità del Parco Alessandro D’Ascanio, il Direttore Luciano Di Martino, il Veterinario del Parco Simone Angelucci, gli “Allevatori della Montagna Madre”, le Associazioni di categoria. Ha confermato la presenza il Presidente della Regione Marco Marsilio.

La Majella, prima area wilderness certificata in Italia, “ancora narra, di un lungo, tenace, profondo rapporto tra l’uomo e la terra, racchiude in sè la storia dell’uomo e della natura: è la montagna, certo, della transumanza, ma anche della piccola pastorizia stanziale che per secoli ha abitato e plasmato le nostre vallate. Negli ultimi venti anni – si legge nella nota dell’Ente – il Parco ha pian piano sperimentato azioni e iniziative, insieme agli allevatori stessi, cercando di individuare un percorso, faticoso ma affascinante, di valorizzazione della zootecnia in chiave sostenibile e nel rispetto del sapere dei nostri padri”.

Dalla coesistenza agli indennizzi fino ad instaurare un rapporto sempre più collaborativo a tutela dei pascoli fin dal 2001, tra i primi Parchi in Italia a promuovere la tutela delle attività zootecniche con la tutela del lupo e dell’orso.

3 Commenti su "“Allevatori della Montagna Madre”, il Parco Majella presenta il nuovo programma"

  1. Ma è tutta ormai una sceneggiatura.Con la globalizzazione e la conveniente velocità dei trasporti anche refrigerati è completamente antieconomico continuare a fare il pastore di poche pecore in queste zone impervie alla tradizionale maniera medievale. L’imprenditore reale e con moderne possibilità di investimentimenti nel settore carne va a produrre nei vastissimi appezzamenti estensivi con greggi di centinaia di migliaia di capi per azienda potendo poi intervenire sul mercato italiano in forza di costi di realizzazione che non sono neanche un decimo di quelli che si sostengono sulla Maiella.Spero che i cittadini non si facciano abbindolare da queste distorte prospettive mosse da finalità solo politica.

  2. politiche

  3. Piccola pastorizia locale…praticamente sparita. Sono rimasti solo i predatori di contributi comunitari di fuori Regione con i Sindaci locali e le Istituzioni loro complici.

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