Annunziata, “importato” il primo Covid. La Di Nino: “Basta ipocrisie, in trincea non si sbraita”

Il paziente Covid alla fine è arrivato, non due ma uno, non da Avezzano ma da Chieti. Comunque è arrivato, “importato” per usare un termine un po’ brusco, in un ospedale, quello di Sulmona, che non ha una stanza a pressione negativa dedicata e neanche un reparto di malattie infettive. Il lungo braccio di ferro tra la sindaca e la dirigenza Asl, ha visto alla fine soccombere il primo cittadino. Un trasferimento imposto che suona come una beffa e come un rischio troppo alto per l’intera comunità e su cui interviene la sindaca di Pratola Antonella Di Nino.

“Il primo pensiero va naturalmente a chi è costretto a vivere un dramma personale che si estende ai propri familiari e che giammai la nostra coscienza potrebbe lasciare senza una soluzione – premette la Di Nino -. Le vite umane prima di tutto. Ma siamo sicuri che il nostro Ospedale ha tutte le dotazioni necessarie per affrontare questa emergenza senza che si apra la strada ad una diffusione senza controllo?”.
Giù la maschera, insomma, senza ipocrisia la sindaca di Pratola esprime tutte le sue perplessità e la sua preoccupazione: “Il Santissima Annunziata di Sulmona è oggi un ospedale di base, una struttura nuova ma con tante carenze sul piano dell’offerta sanitaria e priva soprattutto di quel reparto di infettivologia indispensabile per trattare pazienti attaccati dal Coronavirus. C’è poi un altro aspetto, rilevante, che non può essere taciuto – aggiunge la Di Nino -. Perché, e ci sono gli atti a testimoniarlo, il 18 marzo scorso le autorità sanitarie hanno garantito che era utilizzabile un posto letto con pressione negativa e che era possibile, dunque, accogliere pazienti contagiati dal Covid, aprendo di fatto la strada a questo tipo di scelta? Ed ancora, perché sono iniziati i lavori per attrezzare un intero reparto che di fatto oggi, però, non è funzionante e adatto a ricoverare pazienti Covid?”.

Azioni che, come avevamo sottolineato in un articolo del Germe, stridono con le dichiarazioni di intenti della politica: “Con gli altri colleghi Sindaci abbiamo sostenuto la richiesta del Sindaco di Sulmona affinché l’Ospedale rimanesse no Covid – continua la sindaca di Pratola -. Ma mentre noi facevamo questo, qualcuno con ben altre responsabilità sapeva e taceva. Ed oggi si prova indegna e inopportuna strumentalizzazione politica.
È giunto il momento della razionalità, perché il momento è delicato e non basta sbraitare in trincea”.

“I Peligni non dicono Ospedale no Covid perché sono egoisti – conclude la Di Nino -. Lo dicono perché vogliono avere la certezza che ci siano tutte le condizioni per tutelare al meglio i malati, i sanitari e tutto il resto della popolazione che entra nel nosocomio. Noi la diffusione di questo maledetto virus non ce la possiamo permettere. E questo perché anche in ‘guerra’ le scelte devono essere razionali e non scellerate, evitando che per raggiungere la vittoria sul virus si debba pagare un prezzo ancora più elevato di vittime”.

1 Commento su "Annunziata, “importato” il primo Covid. La Di Nino: “Basta ipocrisie, in trincea non si sbraita”"

  1. Mai ho condiviso le parole di qualcuno come le tue adesso caro Giulio…. è l’inizio della fine e queste continuano a sparare aria al vento…una con i tamponi farlocchi,un’altra con le mascherine fashion e farlocche e un’altra con tante di quelle assurdità che Dio solo sa …ma non era stata la Casini stessa a proporre l’ospedale come covid free….a questo punto io le metterei al muro….

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