Apc verso il declassamento, venerdì incontro in Regione

Hanno prima chiuso la struttura perché inagibile, poi ridotto le aperture pomeridiane a due volte a settimana per il pensionamento, senza rimpiazzi, di tre dipendenti ed ora si apprestano a declassarla nell’ambito di una riorganizzazione degli uffici regionali che, non si capisce perché, veda sempre Sulmona in cima alla lista quando si tratta di tagliare.
Le sorti dell’Agenzia di promozione culturale di Sulmona saranno decise venerdì prossimo in un incontro convocato dalla Regione a Pescara e al quale sono stati invitati i due sindaci delle città interessate al declassamento: Sulmona e Lanciano.


In sostanza per le due Apc è previsto un accorpamento, non è ancora chiaro se con Avezzano o L’Aquila (per quanto riguarda Sulmona), che trasferisce l’autonomia di gestione (ovvero il funzionario capo servizi) in altra sede, lasciando sul posto solo qualche dipendente e qualche libro.
Un affronto alla città che più delle altre in Abruzzo produce ed ha tradizione culturale, che segue all’imbarazzante silenzio calato sul recupero della sede di palazzo Portoghesi chiusa due anni e mezzo fa e per la quale non si scorgono all’orizzonte né progetti, né finanziamenti per la sua messa in sicurezza. Nonostante le interrogazioni fatte in Regione, le promesse di trovare una strada entro giugno scorso, infatti, quel che resta dell’Apc di Sulmona continua ad essere costretta nei locali dell’Inps.
Senza contare che Sulmona ha già dato alla causa della spending review sui presidi culturali: all’Apc, infatti, sono stati già accorpati gli uffici del Centro regionale dei beni culturali (Crbc), anche questi come l’Apc, creati in base ad una legge regionale di una quindicina di anni fa che oggi viene disattesa e aggirata.

2 Commenti su "Apc verso il declassamento, venerdì incontro in Regione"

  1. Altro articolo poco comprensibile.Se per ipotesi si guarda la cittadina di MO I RANA in Norvegia, verso il circolo polare artico, si può notare che a seguito della chiusura della acciaieria che dava lavoro a tutti come Taranto, PER EVITARE LO SPOPOLAMENTO,la Capitale OSLO si è privata della biblioteca nazionale e la ha trasferita in quel paese..ROMA invece non fa altrettanto ed invece di decentrare anche i ministeri nelle aree più svantaggiate, si tiene tutto accorpato dentro le mura della città in un caos che inizia dalla mattina con ingorghi infernali di macchine.A OSLO invece il traffico è scorrevole. I problemi li deve risolvere ROMA e non il gierme

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