Aree interne: lupi al banchetto delle pecore

L’appuntamento è per domani al cinema Pacifico (ore 16,30), un convegno organizzato da OfficinAbruzzi che ha “l’intenzione principale di rimettere al centro una responsabilità diffusa, promuovendo un’attiva partecipazione attraverso una permanente azione di confronto e di contaminazione tra realtà diverse, fatta di testimonianza, competenze e prospettive”.  
Le aree interne, insomma, e il loro destino, alla luce di una crisi economica e demografica sempre più intensa. “Un laboratorio locale, ma rappresentativo del fenomeno delle aree interne – scrive Massimo Di Paolo che ne è tra i promotori e ne sarà il moderatore -, che hanno grandi possibilità di innovazione, ma che continuano allo stato attuale ad evidenziare evidenti fragilità e un processo di immobilismo derivante da contrapposizioni spesso divisive e sterili. Non un incontro politico – si precisa -, ma un incontro di solidarietà sociale”.

Le premesse sono nobili e buone, la forma, però, a quanto pare, non va nella stessa direzione. Sì, perché il parterre degli invitati denota, se non altro, uno sgarbo istituzionale, visto che, nonostante lo stemma del Comune (che ad oggi non ha ancora concesso il patrocinio), sul manifesto compaiono i sindaci di Cocullo e Anversa, ma non quello di Sulmona che dovrebbe essere il padrone di casa.

Alla giornata di studi, parteciperanno poi relatori tutt’altro che politicamente neutri: Silvio Paolucci consigliere regionale del Pd, la sua collega Marianna Scoccia, l’esperta di sviluppo locale Sabrina Lucatelli e il senatore Luciano D’Alfonso.

Quanto basta per sollevare la contestazione del Movimento per la difesa del Centro Abruzzo: “Si ritiene opportuno, moralmente e politicamente doveroso, richiamare alla memoria determinate decisioni assunte dalla Regione Abruzzo , con la responsabilità dei politici, nella presente circostanza relatori, che hanno escluso il territorio peligno dalla configurazione di ‘Macro Area’ e che hanno declassificato il presidio ospedaliero sulmonese – scrive il Movimento -. In data 26 novembre 2014 i sindaci della Valle Peligna e della Valle del Sagittario (compresi i sindaci di Anversa e Cocullo), con apposita istanza, chiesero alla Regione Abruzzo che, alle quattro Macro Aree individuate, si aggiungesse la Macro Area Valle Peligna‐Valle del Sagittario in quanto possedeva e possiede i requisiti, dalla stessa Regione predefiniti, per l’individuazione di tali Macro Aree. La giunta regionale, senza tener conto della richiesta dei 16 sindaci, con delibera n. 290 del 14 Aprile 2015, istituisce le 4 Macro Aree così come proposto dal presidente D’Alfonso non includendo la Macro Area Valle Peligna‐Valle del Sagittario”. E ancora, lamenta il Movimento, furono D’Alfonso e Paolucci a declassare l’ospedale di Sulmona in ospedale di base facendogli perdere 5 unità operative complesse, la Medicina nucleare, 6 servizi e 11 posti letto: “Per le Aree Interne Montane in via di spopolamento, la disponibilità dei servizi essenziali (scolastici, sanitari e dei trasporti) – continua la nota – contribuisce ad aumentare il benessere dei residenti e costituisce la pre‐condizione per l’innesco dello sviluppo locale in quanto garantisce il permanere della popolazione e incrementa l’attrattività dei territori”.

I lupi, insomma, al banchetto delle pecore.

19 Commenti su "Aree interne: lupi al banchetto delle pecore"

  1. E se costoro fossero i lupi vestiti da pecore?
    Non è sempre lo stesso branco o se preferite gregge in azione?
    Non vi sorge il minimo dubbio?

    Ma la colpa è tutta del pastore votante e specialmente elemosinante.

  2. Sulmonamoremio | 5 Maggio 2022 at 15:09 | Rispondi

    A mio avviso, ci vuole una seria e approfondita riflessione da parte della popolazione di Sulmona e dell’intero Centro Abruzzo.
    Convinciamoci che questa città ha sempre preso enormi quantitativi di sberle dalle Istituzioni Regionali e continua a prenderli nel silenzio accondiscendente della politica locale. Non si incazza più nessuno quando la nostra vallata subisce dei torti anche evidenti. Non capisco, ma ci è rimasto un po’ di sangue nelle vene o no? I sindaci della Valle Peligna dovrebbero essere dei patrioti e fare sistematicamente fronte comune, con il coinvolgimento democratico della popolazione, contro le ingiustizie perpetrate scientificamente ai danni del territorio. Se non riusciamo a capire questo, continueremo ad essere dei sudditi alla mercé delle decisioni prese a L’Aquila che non ha nessun interesse ad avere una Sulmona e quindi un Centro Abruzzo forte e competitivo. Mi dispiace, ma continuo ad essere più che convinto che la dipendenza dal capoluogo regionale non porterà mai nulla di buono a questo territorio. Ne sono estremamente convinto. Soltanto se in possesso di una vera e propria autonomia amministrativa potremo essere artefici del nostro destino.
    La Costituzione ce lo consentirebbe, se non mi sbaglio, ma non ci sono sufficienti “coglioni fumanti” tra i nostri politici,purtroppo, in grado di sventolare e portare avanti questa bandiera.
    ” È noto che L’Aquila prende e non da'”. Questo mi confessò qualche tempo fa un conoscente aquilano.
    Capito?

    • Con l’attuale costituzione si può solo cambiare provincia, e l’autonomia amministrativa non vi sarebbe comunque, il sogno di diventare provincia è svanito nel lontano 2004 (nelle regioni a statuto ordinario) e non credo vi siano più speranze a breve, questo anche per il mutato quadro istituzionale e la ancora non attuata cancellazione delle province (se mai lo saranno).

  3. Sulmonamoremio | 5 Maggio 2022 at 18:09 | Rispondi

    …e allora ricambiamo la legge con una raccolta di firme ad hoc. Il popolo ha ancora voce in capitolo in questo cazzo di paese o stiamo perdendo pure quella.

  4. La nostra colpa più grande è quella di essere rassegnati. Abbiamo perso la capacità e lo stimolo a reagire.

    • La colpa del cococciaro DOC è l’essere fortemente egoista con i propri compaesasni e del riuscirsi a farsi male da solo.

  5. Non diamo sempre la colpa ad altri, la colpa è soltanto dei nostri cari amministratori che non si prodigano x risolvere i problemi di Sulmona che è in uno stato di degrado sotto ogni aspetto. Come mai comuni più piccoli di Sulmona e che stanno nella nostra valle fanno molto meglio.Questo dobbiamo chiederci e avremo la risposta.

  6. La risposta è sempre noiosamente la stessa. Una volta incollato il culo alla poltrona,dimenticano tutto quello annunciato in campagna elettorale. Si rilassano, riposano, devono recuperare le energie spese a riempire di fumo il cervello della gente. Poveri noi..

  7. Elisabetta Bianchi | 6 Maggio 2022 at 00:03 | Rispondi

    invertendo l’ordine dei fattori, il risultato non cambia

  8. ..invertendo l’ordine dei fattori, il risultato non cambia. Mi perdoni, cosa vuole dire?

  9. Gentile Elisabetta Bianchi, scusandomi della mia capacità di comprendonio purtroppo per me, molto distante dalla norma, le chiedo anche io come coloro che mi hanno preceduto se potrebbe,cortesemente e possibilmente con parole semplici ed accessibili, di spiegarmi cosa intende dire..

  10. Invertendo l’ordine dei fattori, il risultato non cambia..che vordii’?

  11. “Invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia”.
    Indico un gioco con ricchi premi e cotillon per chi riuscirà a venire a capo dell’enigma.

  12. Mi chiamo Antonio | 6 Maggio 2022 at 09:37 | Rispondi

    … la soluzione dell’ enigma forse, ripeto forse, è semplice e la si legge nell’articolo: “… doveva essere un incontro senza colori politici , ma… se poi partecipano relatori tutt’altro che politicamente neutri…”, allora è meglio non partecipare e quindi.. si annulla il tutto e si rimanda…
    La speranza è che si faccia un fronte comune, di donne e uomini liberi dalle “gabbie” ideologiche di appartenenza e si affrontino le varie problematiche ataviche, ormai arrivate al punto di non ritorno, confrontantesi esclusivamente sulla loro risoluzione senza pensare agli orticelli di casa… o al colore delle casa che indossate.
    Ma non si scorge nessun Leonida all’orizzonte, non dico con trecento valorosi “ combattenti”… a noi ne basterebbero una trentina… che si ergessero sulle barricate a difesa dei territori della Valle dei Peligni e dell’alto Sangro.

  13. Mi chiamo Antonio | 6 Maggio 2022 at 09:40 | Rispondi

    Maledetto correttore automatico: … o al colore delle casacche indossate…

  14. Con tutto il rispetto per le interpretazioni ancorché acute, precise e non proprio concise, preferirei che si esprimesse la diretta interessata.

  15. Punto interrogativo. | 6 Maggio 2022 at 12:26 | Rispondi

    Aldo, con tutto il rispetto, ma che film ti sei visto?

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