Armato e senza controllo, stalkerizza la ex moglie: divieto di avvicinamento alla famiglia

Era arrivato a piazzare una telecamera nascosta sul balcone di casa della sua ex al fine di controllarne spostamenti e amicizie. E poi minacce, pedinamenti, il danneggiamento dell’auto nel parcheggio pubblico di Santa Chiara, la “tempesta” – così la definisce il giudice – di telefonate e messaggi che avevano trasformato la vita di una quarantaquattrenne di Sulmona in un incubo.

Ora il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, ha deciso per un cinquantreenne di Sulmona il divieto di avvicinamento alla sua ex moglie e ai suoi figli.

Una “totale assenza di autocontrollo – scrive il Gip – una sistematicità della spirale di sopraffazione di cui si è reso protagonista; un carattere possessivo e dominante ed in genere comportamenti molesti manifestati dall’uomo sia durante la convivenza che dopo la sua cessazione”.

Un incubo resosi ancor più tale per il fatto che l’uomo, agente di polizia penitenziaria, detiene ancora oggi una pistola e un fucile: un pericolo, insomma, non solo per quello che potrebbe fare, ma anche per la potenziale minaccia nell’inquinare le prove, inducendo la sua ex a ritrattare le accuse.

La storia è quella classica della violenza di genere: tre anni fa i due si sperano e lui non accetta la fine della relazione. Inizia così un’azione di stalking pressante e invasiva, che la donna, rappresentata dall’avvocata Teresa Nannarone, si decide a denunciare il mese scorso alla polizia.

Le indagini portano a riscontri oggettivi, tra cui immagini di telecamere, messaggi, testimonianze di parenti e amici.

L’uomo ora non potrà più avvicinarsi né all’ex moglie, né ai figli che, dice il giudice, potrebbe utilizzare per entrare in contatto con la sua ex.

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