Assunzione dirigente, Ranalli: “Sospendere la selezione”

In lizza per l’assunzione a tempo come dirigente del Terzo settore ne sono rimasti due, Andrea De Simone e Amedeo D’Aurelio, anche se la commissione ha segnalato un terzo candidato, Gianfranco Niccolò, che non si è presentato al colloquio per motivi personali. Due nomi, usciti dalla seconda fase di selezione a cui erano stati ammessi in tredici, che sono sul tavolo del sindaco Annamaria Casini da quasi venti giorni, senza che il primo cittadino si sia deciso a nominarne uno, essendo sua e solo sua la scelta finale perché si tratta comunque di un incarico fiduciario.
A distanza di oltre tre mesi dal trasferimento della titolare Katia Panella, però, l’ufficio Urbanistica continua a rimanere senza guida e il sostituto, atteso per metà febbraio, potrebbe non essere proprio dietro la porta.
A chiedere di fermare la nomina è stato infatti il consigliere comunale di maggioranza-opposizione Fabio Ranalli che, con una lettera indirizzata al sindaco e al segretario comunale, invita a “sospendere in autotutela la procedura di selezione in corso e di munirsi di un parere legale redatto da un esperto in materia, esterno all’amministrazione, a seguito del quale si potrà prendere più serenamente una decisione”.
Il dubbio e la preoccupazione di Ranalli, che nella vita fa l’avvocato, è quello già ipotizzato dal Germe all’indomani della prima scrematura dei candidati, quando cioè dei 39 candidati ammissibili, solo in 13 furono invitati al colloquio e tra questi neanche uno interno.
Secondo Ranalli questo potrebbe facilmente dare adito a ricorsi al Tar e quindi all’invalidazione della nomina: la scelta della commissione di ammettere al colloquio solo i candidati che avevano già avuto esperienze dirigenziali, infatti, non era specificata nel bando dove, infatti, hanno potuto partecipare anche i funzionari con cinque anni di esperienza.
“Per partecipare non era necessario avere già svolto funzioni dirigenziali – scrive Ranalli – senza contare che la legge in materia di gestione delle risorse umane, impone alle Pubbliche Amministrazioni di verificare la possibilità di utilizzare quelle eventualmente già presenti al proprio interno”.
Che Ranalli tifi per un interno non è un mistero: “Trattandosi di un incarico annuale – scrive – un soggetto che ha già la conoscenza sia del settore in questione sia del lavoro da proseguire e da svolgere, oltre che dei suoi eventuali collaboratori, garantirebbe un’immediata operatività gestionale”.
Comunque decida ora il sindaco, l’importante è che lo faccia in fretta: la macchina amministrativa, che già ora non è proprio un esempio di efficienza, perderà infatti tra meno di un mese anche un altro dirigente (D’Eramo andrà in pensione) e di fatto resterebbe solo la dirigente del Bilancio (oltre alla segretaria) su cui far ricadere le responsabilità di tutti e quattro i settori. Immaginare un Comune più fermo di come lo sia ora quello di Sulmona è difficile, ma non impossibile.
Sulmona, forse, almeno in questo, “#Scelaf”.

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