Ats, il grande freddo e le ceneri ai piedi del Morrone

Si sono incontrati nell’aula consiliare di Pratola Peligna i sindaci del comprensorio peligno per discutere la proposta di Ats – Associazione temporanea di scopo – avanzata dalla sindaca Antonella Di Nino in merito agli interventi necessari per i vari post incendio e per la prevenzione di quelli futuri. “Abbiamo chiesto ai comuni colpiti dagli incendi e a quelli interessati alla tutela delle nostre montagne – dichiara Di Nino – di promuovere atti concreti finalizzati alla prevenzione e alla rapida risposta ai bandi. Questo è un passaggio che ritengo fondamentale perché servono prevenzione e monitoraggio ma soprattutto risorse finalizzate alla mitigazione del dissesto, alla realizzazione di piani di gestione forestale e di interventi tesi alla tutela ambientale e alla valorizzazione turistica montana, e per reperirle occorrono richieste unitarie visto che fino ad ora la Regione non ci ha fornito risposte”.
Una riunione necessaria per comprendere lo stato dell’arte della messa in sicurezza delle montagne in vista anche dell’allerta meteo che inaugura in anticipo la stagione invernale.

L’assessora con delega alla Montagna del comune di Pratola, Fabiana Donadei, ha illustrato nel merito la proposta dell’Ats finalizzata innanzitutto a mettere insieme le forze per redigere il “Piano di assestamento forestale”, operazione dispendiosa per i comuni che facendo rete potrebbero invece minimizzare i costi. C’è poi la necessità di molti comuni di aggiornare il Piano di assetto idrogeologico fondamentale per monitorare la situazione post incendio. Con questi piani redatti i comuni potrebbero partecipare ai vari bandi forestali, come la “misura 8.3” del Psr che prevede risorse per i danni arrecati alle foreste da eventi calamitosi, o i fondi disponibili per il “Sostegno alla cooperazione per la fornitura sostenibile di biomassa” con i quali il comune pratolano vorrebbe smaltire il materiale arso rimasto in montagna. Altra proposta sarebbe quella di creare una Cooperativa di comunità per la gestione delle risorse forestali.

Nella precedente riunione di scopo del 20 ottobre tenuta presso il comune di Sulmona, la Regione e i geologi che si erano occupati di studiare la tenuta idrogeologica del Morrone avevano prescritto ai comuni di monitorare continuamente l’andamento delle aree più critiche anche in base all’intensità dei fenomeni meteorologici. A questo proposito il comune di Pratola nella bozza di Ats ha proposto di costituire dei gruppi nelle varie protezioni civili esistenti per effettuare proprio il monitoraggio richiesto, dato che la Regione ha dichiarato di non avere fondi a disposizione e di poter intervenire solo in caso di emergenza.

La sindaca di Sulmona Annamaria Casini ha ribadito che la priorità va assegnata al monitoraggio solo in un secondo tempo ci si potrà concentrare sui bandi. Pare dunque che il comune di Sulmona procederà con una sua proposta di protocollo d’intesa finalizzato con i comuni interessati, il Parco della Majella e l’Università di Chieti-Pescara a realizzare il monitoraggio.

Alcune osservazioni sono state mosse dai sindaci di Anversa e Prezza, Di Cesare e Scoccia, per i quali un Ats così generica potrebbe non essere utile a tutti ed hanno proposto di creare Ats ad hoc a seconda delle varie necessità. Un’altra osservazione che è stata mossa da più sindaci è quella che alcuni comuni potrebbero avere delle convenzioni con i consorzi forestali e questo gli impedirebbe di partecipare all’Ats.

Sembra dunque che l’unità territoriale manifestata dall’ampia platea di sindaci intervenuti non si sia per il momento concretizzata. Non sfugge all’occhio più attento che le divisioni politiche continuano a minare ogni tentativo di convergenza d’intenti, con i comuni dell’asse gerosolimiano per nulla interessati a legittimare l’iniziativa della rivale politica Di Nino, fino alla prossima emergenza che consoliderà i blocchi o rimescolerà le carte.

Savino Monterisi

1 Commento su "Ats, il grande freddo e le ceneri ai piedi del Morrone"

  1. Rassegnamoci qui a Sulmona. Purtroppo alle facce nuove non sono seguite politiche nuove. Prevale ancora la volontà di mettere la propria bandierina anche quando si dovrebbe perseguire il bene di un territorio ormai morente.
    Va bene così aspettiamo che “qualcuno” prepari questo importante protocollo è lo faccia imparare a memoria alle proprie comparse, sperando che anche la Natura capisca l’importanza di queste scelte “politiche” e non cerchi anch’essa una certa “visibilità”.

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