
Il servizio presso il CUP dell’ospedale di Sulmona è stato riattivato. A darne notizia è il Tribunale dei Diritti del Malato, attraverso l’avvocato Catia Puglielli. Una boccata d’ossigeno, dopo tre settimane, circa, di paralisi. Il blocco dei servizi nasce dall’attacco hacker che ha interessato la Asl 1 Avezzano-Sulmona- L’Aquila, e che tiene ancora in scacco buona parte dell’Azienda Sanitaria Locale aquilana. Infatti, non risultano ancora riattivati i servizi dei Cup distrettuali.
In rete, a causa dell’attacco ransomware del gruppo Monti, sono finiti 363 Gb di dati sanitari dell’intera utenza della provincia aquilana. Un disastro, considerando che le informazioni sono state pubblicate nei meandri del dark web. Quella sezione, profonda, di internet spesso utilizzata da criminali per spaccio internazionale di droghe, vendita di armi e, ciliegina sulla torta, anche per assoldare sicari per commettere omicidi.
Non una situazione rosea, anzi. Alcuni disagi sono stati segnalati anche nel comprensorio di Chieti, dove i sistemi sono stati spenti da giorni.
Intanto l’esecutivo regionale è latitante, come denunciano i consiglieri regionali d’opposizione. “Il centrodestra è completamente assente – tuona il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci -, ieri nessuno dell’esecutivo e della Asl si è presentato all’incontro che avevamo chiesto in Commissione per avere aggiornamenti diretti sullo stato dell’arte e oggi la Regione continua ad essere inerte e incapace di proporre soluzioni, ma anche di confrontarsi sulle enormi criticità che il problema sta causando all’utenza non solo aquilana”,
“Tutto questo, purtroppo, non è avvenuto a causa del colpevole lassismo del Governo regionale che non è riuscito nemmeno ad attrarre ed investire in maniera efficace i fondi messi a disposizione dal PNRR – dichiara Marianna Scoccia, consigliera regionale e sindaca di Prezza-. Di fatti, la rete ospedaliera è rimasta la stessa disegnata nel 2016, i reparti, soprattutto negli ospedali di base, vivono ormai una perenne carenza di personale, le lunghe liste d’attesa costringono gli utenti a rivolgersi altrove e persino i servizi essenziali sono in affanno. Inoltre, non posso, in qualità di consigliere regionale, non sottolineare lo scollamento che si avverte tra i cittadini ed un Governo regionale sempre più arroccato nei palazzi del potere, silente e incapace di fornire spiegazioni e soluzioni al popolo abruzzese. La speranza è che venga quantomeno ripristinata al più presto la piena operatività dei sistemi ASL e venga fatta luce sul violento attacco hacker. Il Giro d’Italia è ormai passato, così come il tempo per farsi una pedalata, è giunto il momento per il Governo di porsi una domanda. Cosa si vuole fare della Sanità del nostro territorio? Venite a riferirne in Consiglio, non è accettabile una risposta fuori tempo massimo”.
Lo stesso vale per i CUP di Avezzano Castel di Sangro e L’Aquila.
Per capire di cosa parliamo, capire con quali criminali abbiamo a che fare e valutare facili ed interessate critiche, di seguito allego un estratto apparso oggi sulla stampa:
“Sono stati violati server del livello del Pentagono, delle mail di Libero, di strutture dalle massime potenzialità difensive. È quindi evidente che non esistono reti o computer inviolabili. Gli Enti cercano di difendersi nel migliore dei modi, ma alla fine dipende anche dall’ impegno che gli stessi hacker mettono nell’obiettivo. Si tratta di criminali con competenze straordinarie, che investono ingenti risorse in questi attacchi”
La nostra sanità si difende anche standole vicino nei momenti più bui
Vero sono criminali professionisti…. ma le domande sono anche altre cioè sono state attuate tutte le difese possibili o le risorse per farle sono finite da qualche altre parte ( tappare buchi di bilancio o mancette varie ad amici) … chi doveva attuarle… come mai i livelli alti della Asl e i politici che li hanno messi li non informano la popolazione… cercano qualcuno a cui addossare le responsabilità lavandosi le mani…. come sempre paga il popolo loro mai….
Come no…basta il giro d’Italia e il calcio Napoli…li precauzioni e soldi pubblici nonché passerelle vanno bene…povere a nu!!!
Non dimentichiamo i soldi pubblici per cucine private
Quindi Signor Claudio, seguendo il suo ragionamento, anche i nostri soldi in banca, non sono al sicuro? Che facciamo? Andiamo a ritirarli in massa, e li teniamo sotto al mattone?
Non mi sembra che il Pentagono abbia chiuso battenti o che i clienti di Libero siano fuggiti in massa e chiesto ristori.
Nel caso della ASL1 invece si parla di classe action sin dal primo giorno di disagi. E che caso…. Chissà mai perché.
Comunque non mi ha risposto: i soldi in banca, secondo lei sono al sicuro? Privacy a parte, i “disagi” di una Asl, purtroppo, sono problemi che riguardano la salute, ed avere a che fare con quelli, già è molto difficile, con la “normale amministrazione” della sanità pubblica, figuriamoci ora…Inoltre il punto è : considerato il periodo che stiamo vivendo, erano sufficienti le misure adottate per la sicurezza? Leggevo, che ci sono tentativi, da parte di questi criminali, anche in altre Asl, perché in questa sono riusciti?
Penso che in questa fase di altissima tecnologia criminale nessuno possa dirsi del tutto al sicuro, a prescindere.