Autodemolizione bloccata dalla commissione Via. Il Tar dà ragione al meccanico dopo 7 anni

Per sette anni è stato costretto ad avere montagne di vecchie auto davanti la sua attività di meccanico, perché la Regione gli aveva negato l’autorizzazione a realizzare un capannone per l’autodemolizione. Ieri, però, per Antonio Di Berardino, meccanico di Castelvecchio Subequo, è arrivata la sentenza dei giudici del tribunale amministrativo che, dopo tanto, gli danno ragione.

L’artigiano, rappresentato dall’avvocato Jacopo Angelini, si era visto negare l’autorizzazione alla costruzione del capannone perché, secondo la commissione Via, il sito rientrava in zona a pericolo da scarpata e nella fascia di rispetto fluviale del Fosso Lama, nonché nella zona di protezione del Parco Sirente-Velino e in fascia di rispetto stradale.

La stessa Regione, tramite il Servizio Gestione Rifiuti, aveva sollecitato il riesame dell’istanza, sottolineando che al progetto erano state apportate modifiche, che il sito si trova in zona artigianale, che lo stesso Comune di Castelvecchio Subequo aveva espresso parere favorevole e che la distanza da Fosso Lama è superiore ai 500 metri e per questo l’opera non aveva bisogno di autorizzazione preventiva e, ancora, che i criteri delle limitazioni ostative erano stati fissati sulla base di elementi superati da una sentenza della Corte Costituzionale.

A spingere i giudici a dare ragione al meccanico è stata però soprattutto la omessa motivazione del diniego, in quanto la commissione Via aveva dato diniego con la generica locuzione di “termini e modi previsti dalla Legge”, senza indicare quale legge e perché.

Dopo sette anni, così, il meccanico potrà realizzare il suo capannone di autodemolizione, perché il Tar ha annullato il diniego e condannato la Regione a pagare anche 2mila euro di spese processuali e gli accessori di legge.

3 Commenti su "Autodemolizione bloccata dalla commissione Via. Il Tar dà ragione al meccanico dopo 7 anni"

  1. Burocrazia… il vero male dell’ITalia. altro che Dazi .

  2. La regione quali soldi utilizzerà per pagare la multa? Li decurterà dagli stipendi dei dipendenti che hanno lavorato la pratica?

  3. Io mi domando quando il Popolo intende chiuderlo lo stato parassitario e corrotto che ci opprime con LA DITTATURA DEI RONZINI DEL POSTO FISSO.
    Il tribunale di Sulmona ha preteso una sceneggiatura di diversi anni e migliaia e migliaia di euri di guadagni per il circolo giudiziario interno loro per, STABILIRE CHE I D’ADDAMIO SONO DI CASTELVECCHIO SUBEQUO.

    MA QUANDO LA CHIUDONO QUESTA BROTTURA PARASSITARIA DEL TRIBUNALE?
    E TUTTI GLI ALTRI ENTI LENTI DEL GOVERNO?

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