Bancarotta fraudolenta: agli arresti un sulmonese

C’è anche un sulmonese nell’operazione “Bomb” che la procura della Repubblica di Milano ha portato a termine nei giorni scorsi con la notifica di cinque avvisi di garanzia e quattro misure cautelari, tra cui tre agli arresti domiciliari. Tra queste anche quella che riguarda Claudio Pallotta, settantaquattro anni, domiciliato tra Milano e la Spagna, nei confronti del quale il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, ha disposto gli arresti domiciliari nella sua abitazione di Sulmona.

Bancarotta fraudolenta è l’accusa che viene mossa ai cinque, per aver cioè distratto milioni di euro, fino a decretarne il fallimento, dalla società Refresh che gestiva il locale “Bomb” di Milano: duecento metri quadrati nel cuore della movida meneghina, a due passi dal frequentatissimo corso Como, in via Pasubio.

Pallotta, che era stato amministratore unico della società dall’aprile del 2016 all’aprile del 2018, avrebbe, secondo l’accusa, distratto dal conto della società centinaia di migliaia di euro attraverso prelievi bancomat, assegni, sottrazione e fusione di quindici lingotti d’oro (per un totale di quasi tre chilogrammi) e tramite contratti simulati d’azienda, con affitti mai pagati per decine di migliaia di euro.

Il sulmonese, difeso dall’avvocata Teresa Nannarone, sarebbe solo una testa di legno di un’organizzazione di ben altra portata. Agli arresti domiciliari con lui sono finiti infatti personaggi come Luca Fallarino e Alessio Vacca, coinvolti nel febbraio dello scorso anno in una delle più grandi frodi fiscali mai scoperte in Italia, quella cioè che portò la guardia di finanza a scoperchiare un falso giro di crediti d’imposta in tutta Italia (con base a Rimini) per 440 milioni di euro. Una truffa che fece molto rumore, anche perché legata ai diversi bonus che il governo varò per aiutare le imprese e i privati nella difficile fase della pandemia (bonus locazioni, sisma bonus e bonus facciate, principalmente).

Il Gip di Milano ha anche disposto l’obbligo di firma per Marco Bergamin, mentre una quinta persona, Lorenzo Passera, risulta indagata.

Nonostante la differenza di età con gli altri indagati (tutti poco più che trentenni), che farebbe propendere per la teoria del prestanome, i giudici hanno riconosciuto al settantaquattrenne sulmonese una capacità amministrativa e operativa nel sodalizio, tant’è che la misura cautelare degli arresti domiciliari è stata disposta in virtù del pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato.

4 Commenti su "Bancarotta fraudolenta: agli arresti un sulmonese"

  1. Germe non è che se un sulmonese fa una scoreggia devi fare articolo…

    Piuttosto scrivete di cone sono messe le strade cittadine che almeno, forse, qualcuno si sveglia

  2. LA TRUFFA E IL FURTO CHE HA COMMESSO IL SULMONESE E’ MOLTO PIU’ DI UNA SCOREGGIA E VA PUNITO…NON COMPRENDO COME CERTE PERSONE INVECE DI INDIGNARSI CONTRO IL SULMONESE SI INDIGNANO CONTRO IL GERME CHE HA SCRITTO L’ARTICOLO…QUESTE COSE DEVONO ESSERE RESE NOTE E NON NASCONDERE LA TESTA SOTTO LA SABBIA….GERME FAI BENISSIMO CONTINUA COSì…C7SULMONA

  3. Un articolo dove si tratta due argomenti forse legati assieme fornendo 5 nominativi ? Fossero politici, esponenti in vista potrei anche capirlo ma sicuro che sia lecito fare 5 nomi a fronte di centinaia sospettati ed indagati?

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