Le mani al portafoglio, alla fine, il Comune di Sulmona se l’è dovute mettere per forza, perché con un decreto ingiuntivo sulla testa c’era poco da fare. Così sono stati liquidati l’altro giorno i circa 68mila euro (16mila di contributi) che palazzo San Francesco doveva al suo ex avvocato Guido Blandini, soldi dovuti per i compensi professionali di cinque anni che, in aggiunta allo stipendio, dovevano essere erogati al dipendente-avvocato.
In sostanza pur avendo il regolamento che stabilisce i compensi da dare ai legali come prestazioni professionali, il Comune di Sulmona non ha mai costituito un fondo per attingervi risorse. Di qui la causa, vinta, e il pagamento seguito all’ingiunzione.
Ma la vera polpa e l’attesa per i rapporti trascorsi con l’ex avvocato Blandini sono ancora tutti da venire: entro l’estate, probabilmente, si deciderà infatti definitivamente l’esito di una causa dal peso molto più consistente: circa 900mila euro che Blandini ha richiesto al Comune come riconoscimento delle funzioni e delle mansioni dirigenziali ricoperte a palazzo San Francesco durante la sua permanenza a Sulmona.
La causa si trova nei fatti al “quarto grado” di giudizio, rimessa alla valutazione della Cassazione: il giudice del lavoro di Sulmona aveva infatti dato ragione a Blandini per le sue richieste in primo grado, quindi la decisione delle Sezioni riunite che rimetteva alla Corte d’Appello la verifica della mansioni svolte come dirigente e la decisione di quest’ultima di bocciare la richiesta di Blandini.
“La Corte d’Appello si è basata su una sentenza della Cassazione a mio avviso mal interpretata – spiega Blandini – per questo ho fatto ricorso ulteriore, fermo restando che il Comune di Sulmona non ha mai voluto trovare una mediazione alle mie richieste”. Inutile dire che se la Cassazione dovesse dare ragione a Blandini, per le casse comunali sarebbe un colpo non da poco.
Tutto questo mentre l’ufficio legale del Comune è stato praticamente svuotato: prima ci lavoravano infatti sia Blandini a tempo pieno, sia l’avvocato Marina Fracassi all’80%. Quest’ultima è stata poi stabilizzata, ma solo al 50%: l’ufficio legale, insomma, è passato da una forza lavoro di 1,8 a una forza lavoro di 0,5. E i risultati si vedono: con molte cause ancora sospese, nonostante la buona volontà dell’avvocato rimasto a mezzo servizio.
questa sarà forse una delle poche cause vinte dall’avvocato !!!!!!
Non importa quante ne abbia vinte.
Ciò che conta e che sarà pagato dai contribuenti indeFessi.
Chi paga? Come al solito il cittadino