Beni confiscati alla criminalità: con il Pnrr progetti per centri anti violenza

Trasformare ciò che è nato dal male, da un’azione criminale, in qualcosa di bello e utile per le comunità. “Questa è un’altra sfida importante, tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie. Ci sono 300 milioni di euro a disposizione per restituire alla collettività, beni derivanti da attività illegali, da reinserire nel circuito della legalità”. A dirlo è l’europarlamentare salernitana di Forza Italia, Isabella Adinolfi. “L’avviso pubblico, che scadrà il prossimo 22 aprile, è rivolto a progetti di recupero, ri-funzionalizzazione e valorizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata presenti nelle regioni del Mezzogiorno, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia – aggiunge l’eurodeputata -. Tra le possibili destinazioni d’uso, avranno un punteggio maggiore i progetti destinati alla creazione di centri antiviolenza per donne e bambini o case rifugio, asili nido o micro nidi. È una grande occasione per valorizzazione i beni confiscati e riportarli al servizio dei cittadini”. Nella relazione semestrale della Dia, 2021, infatti è emerso che in Abruzzo sono stati confiscati diversi beni. In particolare, l’11 febbraio 2021 il Comando Provinciale della Guardia di finanza di Napoli ha sequestrato tra la Campania e l’Abruzzo, beni per oltre 10 milioni di euro riconducibili a un soggetto contiguo al clan Di Lauro. Il provvedimento ha riguardato beni immobili insistenti tra i comuni di Napoli, Melito di Napoli e Castel di Sangro.  

Proprio l’Alto Sangro è tra le aree in Abruzzo più interessate, con ben 15 immobili in gestione e 9 beni destinati (che hanno cioè già un’assegnazione), perlopiù usati finora a destinazione di uso caserma e magazzino, ma che potrebbero essere ora ristrutturati e valorizzati per fini sociali, a partire dai centri antiviolenza.

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