Bentornato Tresca

Il riconoscimento e il compito più arduo arrivano da Maurizio Maggiani, impossibilitato in ospedale a partecipare all’evento: custodire e far vivere la memoria di Carlo Tresca. Con la sua comunità che riscopre la memoria di un uomo dimenticato. Un uomo buono, il più buono del mondo, come recita il docufilm proiettato ieri in anteprima nazionale nella sala del Pacifico, piena in ogni ordine di posto e anche più. Seduti a terra restano i ragazzi, soprattutto, ma l’empatia, di cui Tresca era straordinariamente dotato, avvolge il Pacifico tutto in una atmosfera di condivisione che si tocca con mano, che tradisce le lacrime accennate di Angelo Figorilli dopo il messaggio di Maggiani o quelle di Italia Gualtieri, in nome del Centro studi, per un risultato rincorso per trenta anni.

Quel manipolo di Don Chisciotte locali, come li definisce Figorilli, che hanno trovato sintonia con un Don Chisciotte nazionale, uno che la penna la affonda nell’anima, già Premio Strega e che con il suo “L’eterna gioventù” dedica all’anarchico sulmonese pagine di ammirazione, prima che di racconto.

Una serata, finalmente, degna della statura di questo grande combattente per i diritti, per la libertà, per la difesa degli sfruttati e degli emarginati. “Messaggio evangelico” lo definisce Mario Pizzola: quasi un ossimoro per uno che dell’anticlericalismo aveva fatto una delle sue missioni.

Eppure: Tresca è l’eroe, l’esempio, colui che “era ciò che diceva – ricorda Maggiani nel suo messaggio alla platea – diceva ciò che faceva, faceva ciò che era”.

“Mi piacerebbe che insieme ad Ovidio e ai confetti – commenta Figorilli – ci sia anche Tresca dentro alla sintesi di questa città al mondo”. Non più provincia remota, ma culla di spinte culturali senza confini: “In Iran, in Afghanistan, ho conosciuto tante donne, soprattutto, che sono delle Tresca senza saperlo – racconta Lucia Goracci, giornalista Rai che sul fronte dei coraggiosi c’è sempre stata – ho sempre pensato che gli eroi non scelgano di esserlo, ma sono spinti naturalmente a farsi carico del bene collettivo, più che di quello individuale”.

Il dibattito va così nel cuore della dicotomia culturale tra Occidente e Oriente, l’uno stretto nell’esasperato individualismo, l’altro nei diritti negati. Entrambi della forza del pensiero e dell’esempio di Tresca bisognosi.

Con Sulmona a fare da custode della memoria e del messaggio di quel concittadino esiliato, ed oggi, ad ottanta anni dal suo assassinio, tornato.

3 Commenti su "Bentornato Tresca"

  1. Grazie a ” il germe” e al suo direttore per aver fatto conoscere in maniera più approfondita a tutti noi un grande personaggio come Carlo Tresca.

  2. Grazie

  3. complimenti per questa attività!
    non sono riuscito ad intervenire per il docufilm, come si può visionare?
    grazie

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