Blocchi sul ponte, chiuso il passaggio tra Valle del Sangro e del Giovenco

Prima per andare da Pescasseroli a Bisegna erano 15 chilometri, da ieri ne sono diventati circa 50. La Provincia è, infatti, tornata a porre i suoi famosi blocchi, questa volta posizionati a chiusura del ponte che unisce la Valle del Sangro a quella del Giovenco (chiuso in passato solo ai mezzi pesanti), un muro oramai noto che torna a creare problemi a lavoratori, pendolari e turisti sul far della bella stagione. Il ponte è pericolante.

“Ma lo si sapeva da 20 anni questo” spiega Paola Grassi, guida a Pescasseroli, che racconta come adesso tutti quelli che devono viaggiare tra Pescasseroli e Bisegna devono passare necessariamente per Pescina allungando di gran lunga  il tragitto, compresi i dipendenti del Parco che abitano al di là del ponte e che in una giornata macinano roba di cento chilometri andata e ritorno per raggiungere il proprio posto di lavoro e a sera casa.

Accade nel cuore del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. Prima di chiudere, insomma, sarebbe stato lecito “trovare delle soluzioni come un servizio navette, ad esempio, oppure mi hanno detto che esistono dei ponti in ferro che usano nell’esercito. Sono solo dei suggerimenti- aggiunge Grassi- non spetta a me trovare soluzioni”. E quindi alle buche chiuse in quattro e quattr’otto sulla Marsicana 83 si aggiunge per le zone montane un altro disagio di non poco conto perchè, è stato più volte detto e ripetuto, lassù si vive anche di turismo “ma non si deve pensare che il settore non risente del calo regionale, come qualcuno può pensare. Anche noi stiamo subendo gli effetti di un calo di lavoro e di negozi, anche storici, che chiudono” prosegue Grassi. La situazione non è di certo idilliaca e la Tua, tra l’altro, invece di organizzare corse dirette da Pescina prosegue nel fare il giro dei vari paesi quindi, per intenderci, se prima da Avezzano si impiegava un ora e un quarto fino a Pescasseroli, ora ce ne vogliono due e tre quarti. Manco fosse il viaggio della speranza.

L’Abruzzo interno e le sue infrastrutture al limite, fragili come non mai, con tutte le debolezze che vengono fuori proprio a pochi giorni dal passaggio all’Anas, fine luglio ha detto la Provincia dell’Aquila. Così il “bel” vecchio ponte lì dove nasce il fiume Giovenco, quello del dopoguerra e ristrutturato negli anni ’60, diventa anche il punto di spola per passarsi materiali e manufatti perchè dove non arrivano le istituzioni deve pensarci l’ingegno.

Simona Pace

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