Boss con il telefonino dietro la sbarre: condanna di un anno e un mese

Ai vent’anni di reclusione, confermati in Appello lo scorso anno, Nicola Pascali dovrà aggiungere altri tredici mesi in più dietro le sbarre. Per lui è arrivata la condanna da parte del giudice del Tribunale di Sulmona, Irene Giamminonni, che ha stabilito la pena di un anno e un mese di reclusione per il reato di accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione di soggetti detenuti.

Pascali, detenuto nel carcere di Sulmona, venne scoperto nel 2022 in possesso di un telefono cellulare in cella. Oltre al device, gli agenti di polizia penitenziaria trovarono nella cella di Pascali una scheda sim, un cavo e quatto pile utili alla ricarica del telefono. Oggi, con il rito abbreviato, è arrivata la sentenza. Per il giudice sussistono i gravi indizi di colpevolezza, nonostante la difesa dell’avvocato Cristian Rucci. Secondo il legale non ci sarebbe prova del fatto che quanto sequestrato fosse di proprietà dell’imputato, in quanto Pascali condivideva la cella assieme a un altro detenuto.

Pascali è finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta “Summa”, relativa a un presunto sodalizio mafioso operante a Taranto. Proprio lui è considerato dai giudici tarantini all’apice del sodalizio criminale, scovato grazie ad una maxi operazione condotta dal pubblico ministero Stefano Milto De Nozza della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. L’inchiesta ha coinvolto un totale di 53 imputati. Tra questi, 38 vennero arrestati dalla squadra mobile tre anni fa nell’operazione denominata “Summa”. Il gruppo criminale, secondo le indagini condotte dagli inquirenti, esercitava il controllo tramite estorsioni di un intero quartiere della città pugliese: Paolo IV.

Pagamenti settimanali imposti a imprenditori e piccoli commercianti, oltre a gestori di attività illecite. Il tutto senza operare con violenza, ma semplicemente facendo leva sulla caratura criminale del clan. Pascali, detto “Nico”, sarebbe il deus ex machina secondo la procura, e avrebbe avuto sotto controllo tre diverse associazione impegnate nello spaccio di sostanze stupefacenti.

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