Calamità, il Comune “dimentica” il finanziamento. E’ corsa contro il tempo

Due terzi del tempo, otto dei dodici mesi a disposizione per realizzare il progetto sono trascorsi senza che si muovesse foglia. Eppure i soldi erano in parte già in cassa (il 35% di anticipo) e soprattutto il Comune a luglio dello scorso anno aveva annunciato l’avvio dei “lavori” nel giro di una settimana.
E così si è arrivati dal podio dei finanziati di “Comunicare per proteggere” (bando Fse contro le calamità nel quale Sulmona, come città capofila del territorio, si era classificata terza) agli ultimi della classe, richiamati dalla Regione per l’imbarazzante ritardo che rischia ora anche di far applicare sanzioni dall’Europa.
Tant’è che dopo otto mesi di buio assoluto, solo l’altro giorno il Comune si è deciso ad affidare la prima parte del progetto: un finanziamento di circa 40mila euro, sui 100mila complessivi (99.852,50 per la precisione), che andrà alla società Sintab per una serie di attività legate soprattutto alla comunicazione: un’analisi preliminare delle criticità e delle buone prassi, la formazione degli operatori, dei volontari e dei cittadini, un piano di comunicazione e un laboratorio esperenziale.
Meglio tardi che mai, si dirà, ma anche il tardi parte con molte incognite: la prima, la più evidente, è che il primo step, l’analisi delle criticità, deve necessariamente basarsi sui dati forniti dal Piano di protezione civile che, Sulmona, nonostante i cadenzati annunci, non ha, ovvero ha fermo al 2009. Tra una dimenticanza e un gara andata deserta, infatti, a Sulmona in caso di calamità, sono considerati ancora edifici strategici posti come la sede dell’Itcg De Nino-Morandi, chiusa dal 2014 perché inagibile, o come zona di assembramento l’area Japasseri diventata nel frattempo un’area camper (ancora chiusa tra l’altro).
La seconda incognita è poi legata ai tempi con cui si procederà ad affidare la restante parte del finanziamento (circa 60mila euro) che riguarda la creazione di una applicazione che sia strumento di comunicazione e informazione sia per gli operatori che per i cittadini, la realizzazione della segnaletica, un sito web e l’allestimento dei Coc nella prospettiva di realizzare quel famoso Coi (Centro operativo intercomunale) di cui si sono riempite pagine di comunicati stampa.
Senza l’applicazione, ad esempio, diventa inutile fare la formazione agli operatori, a meno che non si voglia formarli sull’uso di strumenti che non ancora esistono.
E ancora, senza un Piano di protezione civile aggiornato, risulterebbe una spesa inutile quella della segnaletica.
Di certo si sa che il progetto deve essere concluso e rendicontato, stabilisce il bando, entro dodici mesi dalla sottoscrizione del contratto con la Regione (avvenuta ad agosto scorso) e comunque non oltre il 31 dicembre.
Emergenza per emergenza…

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