Calcetto vietato e i gestori degli impianti sono in crisi

L’ultimo Dpcm emanato dal governo per contrastare l’avanzata preoccupante del Covid non colpisce solo bar e ristorazione, ma anche altri settori, uno su tutti quello dello sport amatoriale. Vietati gli sport di contatto a livello amatoriale, non sarà più possibile fare le consuete e settimanali partite di calcetto. In realtà fatta la legge, trovato l’inganno dice il proverbio e un modo per eludere la norma è già sul piatto. Quella che non viene vietata infatti è l’attività delle associazioni sportive, molte delle quali gestiscono impianti di calciotto e calcetto. In pratica tesserando fra i propri soci chi volesse giocare la partitella di calcetto si potrebbe far rientrare questa fra le attività consentite dalla legge.

Diversa è la situazione per chi gestisce gli impianti attraverso una società, come nel caso di Alessandro Mastrogiuseppe che con la Nonsolosport Srl ha in uso i campi di via dell’agricoltura a Sulmona. “È una situazione drammatica – spiega Mastrogiuseppe -. Ci hanno chiuso senza prevedere alcun sostentamento per la nostra attività. Ci avevano già chiuso nel nostro periodo migliore marzo, aprile, maggio e metà giugno. Lo Stato ci ha dato 2200 euro e a settembre abbiamo dovuto pagare tutte le imposte di quel trimestre: Inps, Inail e quant’altro. Poi Marsilio a settembre ci ha chiuso per un’altra settimana. Di fatto da quelle chiusure siamo ancora in passivo e il futuro non promette bene, ottobre la mia società fatturerà zero”.

Molta incertezza sul futuro per il settore, anche in questo caso la situazione non è rosea e mostra  con ogni evidenza che dietro la crisi pandemica, aleggia ancora in maniera molto preoccupante la possibilità di una crisi economica.

Savino Monterisi

1 Commento su "Calcetto vietato e i gestori degli impianti sono in crisi"

  1. Esprimo la mia vicinanza a chi da anni lavora in questo settore con serietà ed onestà..allenatori ed istruttori che hanno fatto dello sport una filosofia di vita, veri educatori…non meritano di essere trattati così da istituzioni che sicuramente non hanno a cuore l’equilibrio psico- fisico dei nostri ragazzi…equilibrio fondamentale per la tutela della “tanto sbandierata” salute.

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