Calcio, sull’ipotesi di tornare in campo è rivolta tra i dilettanti

E’ un no deciso quello del presidente dei Nerostellati di Pratola, Silvio Formichetti, all’ipotesi di ripartenza del campionato di Eccellenza di calcio, così come prospettato dalla Lega dilettanti. L’ipotesi, che è qualcosa in più di un’ipotesi, di tornare in campo già ad aprile, ha scatenato la ferma opposizione di alcune squadre e di quella pratolana in particolare, pronta a portare davanti ai giudici del tribunale la questione, soprattutto se, come ipotizzato, potrebbero scattare sanzioni dai 3 ai 5mila euro per chi si rifiuta di tornare a giocare.

“L’indisponibilità a riprendere il campionato interrotto trae origine dal peggioramento del quadro generale pandemico con pesanti conseguenze giornaliere in termini sanitari, economici, sociali e con l’esigenza di tutelare la salute di atleti, tecnici e tutte le altre figure presenti nelle varie realtà dilettantistiche – scrive Formichetti – in qualità di dirigenti e/o collaboratori, si ribadisce che non si accetterà alcuna eventuale disparità di trattamento nello stabilire costi di iscrizione o di altro tipo né per la stagione in corso né per il prossimo campionato 2021/22”.

Il ritorno in campo dei dilettanti (solo l’Eccellenza) comporterebbe infatti per le società esborsi economici considerevoli per l’adeguamento ai protocolli di sicurezza: tamponi costanti, presenza dei medici, sanificazioni continue degli ambienti; il tutto a fronte di aiuti economici che non sono né certi, né definiti.

C’è inoltre da considerare che essendo un campionato dilettanti, in molti tra i giocatori svolgono attività lavorative diverse dal calcio, esponendo così anche gli ambienti di lavoro oltre che familiari a rischi aggiuntivi, in un bilanciamento tra costi-benefici che non regge.

“La salute viene prima di tutto e occorre proteggerla ancor di più nell’attuale quadro pandemico, si avvisa sin da ora che ogni eventuale disparità di trattamento delle società di Eccellenza con addebito di pagamenti e/o costi di iscrizione (determinata sulla base della disponibilità o indisponibilità a riprendere l’attuale stagione calcistica in tempo di pandemia) – continua il presidente dei Nerostellati – sarebbe trasferita in sede legale dinnanzi alla magistratura ordinaria con il coinvolgimento delle autorità sanitarie e di tutte le associazioni attive nella tutela della salute, dei diritti civili, degli invalidi, dei portatori di patologie croniche e dei pazienti Covid-19. Ogni presidente e ogni società (tanto più in ambito dilettantistico e in assenza delle condizioni si sicurezza sanitaria) hanno il dovere di tutelare la salute di sé stessi e di tutti i propri tesserati (calciatori, tecnici, dirigenti e collaboratori vari). La salute va difesa tanto come bene fondamentale di ogni persona, quanto come diritto primario sancito anche dalla Costituzione italiana”.

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