Calo demografico, la flessione che pesa. Da dove ripartire

Un andamento demografico in netto calo. Un dato amaro per il capoluogo peligno che negli ultimi cinque anni registra il passaggio da 24.969 abitanti del 31 dicembre 2013 a 23.861 del 31dicembre 2018, perdendo dunque 1.081 abitanti e registrando il peggior risultato fra i Comuni Abruzzesi con più di 15.000 abitanti. Una percezione del deserto che lascia attoniti.

A spiegarlo è il professor Aldo Ronci, ricercatore, che sottolinea “penso, con le mie analisi di dati socio-economici, di contribuire a migliorare la percezione della realtà regionale e sono profondamente convinto che sia comunque sempre opportuno conoscere la realtà come essa è, soprattutto se non confortante proprio per poterla affrontare e provare a risolverla”.

Bisogna aggiungere al quadro già di poco sereno, un aggravamento per il 2019, “purtroppo peggioreranno a vista d’occhio considerato che nei soli primi sei mesi dell’anno la flessione degli abitanti ha registrato il record di 266 abitanti in meno che si tradurranno nell’arco dell’intero anno 2019 in 500 abitanti in meno. La tendenza alla diminuzione non solo si conferma ma subisce un impennata che dovrebbe far preoccupare seriamente tutti noi”.

Aria non troppo buona per l’intero Territorio Peligno (valle Peligna, Valle del Sagittario e la Valle Subequana) negli ultimi cinque anni, passato da 52.408 abitanti del 31.12.2013 a 50.060 del 31.12.2018, una flessione di 2.348 abitanti. Anche qui, nel 2019, i dati avranno un pesante peggioramento, infatti, nei primi sei mesi gli abitanti sono scesi di 475 unità e che diverranno un migliaio entro la fine dell’anno. Riassumendo due migliaia di abitanti in meno negli ultimi cinque anni (dal 2014 al 2018) contro un migliaio in meno nel solo 2019.

Parliamo di flessioni demografiche di Sulmona (-4,44%) e del Territorio Peligno (-4,48%) verificatesi negli ultimi cinque anni, hanno un’intensità pari a 6 volte quella media nazionale (-0,70%), e che non possono essere liquidate come delle semplici questioni di calo della popolazione, in quanto producono dei veri e propri problemi di squilibri tra generazioni che a loro volta comportano implicazioni di carattere sociale e culturale innestandosi su un sistema socio-economico sofferente ed inadeguato.

Per Ronci l’unica strada percorribile è la mobilitazione generale e unitaria “di fronte alla gravissima crisi nella quale esso versa, ormai da decenni, c’e bisogno di unità e determinazione da parte di tutti”. Insomma la chiamata è alle forze politiche, culturali, sindacali, degli imprenditori, dei professionisti, degli studenti, dei disoccupati, per poter affrontare il problema dei problemi far tornare il Territorio Peligno al centro dell’attenzione della Regione Abruzzo.

L’invito è a puntare sulle infrastrutture, strutture, investimenti, ad adeguati servizi sanitari, scolastici e dei trasporti e così il Tribunale, “la presenza e la permanenza di numerosi altri presidi locali ed altro si dovranno affrontare non con una miriade di iniziative isolate e scollegate ma con la capacità di inserirsi con la lotta al centro di un disegno regionale che tenga conto delle peculiarità della Regione Abruzzo e tra queste del Territorio Peligno”

A.S.

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