Cannabis in crescita, l’esperienza di Jacopo Paolini a Castelvecchio Subequo

La Cannabis conquista l’Italia e sempre più persone si rendono disponibili alla sua coltivazione da declinare in diverse chiavi del mercato tra le quali il food, un settore in crescita che a Castelvecchio Subequo rappresenta già una concreta realtà. A parlarne è Jacopo Paolini, socio fondatore insieme a Marco Cappiello, di Enecta perchè se per loro lo scorso anno è stato un banco di prova il 2018 segue l’andamento generale quindi una certa crescita. “Per questa stagione, investendo ulteriormente in macchinari e attrezzature per la raccolta e l’asciugatura del materiale da estrazione- spiega Paolini-, contiamo di ottenere 60 tonnellate di materia prima GACP certificate, Made in Italy”. Una produzione che esula i confini regionali arrivando anche in Grecia dove Paolini sta “testando performance e resa delle genetiche e collaborando con aziende locali per migliorare e ottimizzare sistemi di coltivazione, raccolta e asciugatura del materiale. Come primo anno, puntiamo ad ottenere 600 chili di materia prima GACP certificare, questa volta Made in Greece!”. E prossimamente la produzione dell’azienda punta a conquistare Puglia, Liguria (oltre all’Abruzzo è presente anche in Emilia Romagna).

“L’Italia ha solide basi a livello di coltivazioni e distribuzione del prodotto e personaggi molto validi per quanto riguarda Ricerca e Utilizzo Medico della Cannabis- aggiunge Paolini-. Quello che forse manca è un canale di comunicazione diretto tra i vari players, per velocizzare ed ottimizzare tutto il sistema. Grazie a operazioni mirate, quali creazioni di progetti comuni e incontri periodici, stiamo supportando la creazione di una rete di collegamento tra noi e tutti questi attori, per provare a migliorare il sistema Cannabis in Italia e offrire non solo prodotti di alta qualità ma assistenza e supporto alle varie classi interessate”. Alla coltivazione e allo studio si aggiunge poi un altro fattore fondamentale per la crescita del settore che senza dubbio deve trovare spazio nella comunicazione e nella sensibilizzazione sulle “potenzialità e benefici dei prodotti a base di cannabis, supportando progetti di Ricerca e Sviluppo sulla pianta con enti Universitari e Ospedalieri”.

Un mercato ampio, dunque, che contempla anche quello degli estratti, ora in capsule o gocce, “il modo più controllato, sicuro e pratico per assumere cannabinoidi” anche se è ancora in fase di studio la percentuale di assimilazione all’interno del corpo umano: “Assimilare 30 mg di CBD tramite una capsula- specifica Paolini-, non corrisponde ad un assimilazione nel nostro corpo dello stesso ammontare di CBD, spesso è di meno (in rarissimi casi è lo stesso). Per tale motivo stiamo testando alternative vie di somministrazione, quali spray nasale, estratti per vaporizzazioni ad alte % di cbd, gomme da masticare, ecc”. Le alternative, insomma, sono al vaglio. Circa il fenomeno delle infiorescenza della cosiddetta Cannabis light c’è da parte di Enecta sicuramente una grande attenzione, senza dubbio ciò che si richiede in questa fetta del mercato sono certificazioni in grado di produrre tutte le certificazioni necessarie a “proteggere” consumatori e produttori. E a chi ha intenzione di buttarsi nel mondo della coltivazione cannabis Paolini consiglia pazienza e amore per l’agricoltura perchè se da un lato è una sfida dall’altro “richiede tempo, dedizione ed investimenti”. Sperimentare con piccoli appezzamenti e “una paio di avrietà difefrenti” è quindi il primo passoper capire “le rese delle genetiche e le tecniche di coltivazione e raccolta”.

S.P.

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