
Da semplice ottavo di finale di Champions League ad Odissea. Il viaggio dei sostenitori nerazzurri ad Oporto, dove l’Inter ieri ha conquistato il pass per i quarti di finale, è stato macchiato dall’inceppo della macchina organizzativa che vede colpevoli in parte la Uefa e in parte il Porto stesso. Migliaia di tifosi italiani accorsi allo stadio “do Dragão” non hanno potuto assistere alla partita, nonostante il tagliando regolarmente comprato sul sito del club portoghese. Altri, più fortunati, sono riusciti ad accedere allo stadio ma a gara in corso. Oltre mezzora dopo il fischio d’inizio. Tra loro c’era anche l’Inter club Pacentro con il suo presidente, Massimo Saccoccia.
Ma andiamo con ordine. La Uefa, nella giornata di lunedì, viene informata dell’importante numero di tifosi interisti (circa seimila) arrivati in terra portoghese. Un numero esorbitante in relazione ai tagliandi riservati al settore ospiti, circa tremila. I regolamenti Uefa, infatti, stabiliscono che il 5% della capienza dello stadio deve essere fornito alla squadra ospite, in un’area riservata per i propri tifosi. Il Porto, però, nonostante un comunicato dove esplicitava che il resto dei tagliandi fosse riservato ai sostenitori portoghesi, ha permesso l’acquisto dei biglietti anche a chi veniva direttamente dall’Italia mandando in tilt il sistema organizzativo.
“Gli italiani che non avevano il biglietto per il settore ospiti ma per altri settori dello stadio non potevano entrare – spiega da Oporto, Massimo Saccoccia -. La notizia è iniziata a trapelare nella mattinata di ieri. La Curva Nord dell’Inter, che abbiamo incontrato ieri, ha comunicato che non sarebbe entrata, e che sarebbe rimasta al di fuori dello stadio in segno di solidarietà”.
A quel punto, nel pomeriggio di ieri, Uefa, Inter e Porto hanno iniziato a dialogare per trovare un punto d’incontro e permettere l’accesso agli italiani all’interno dello stadio, seppur non nel settore ospiti. Un modo per evitare che circa tremila tifosi, a cui si sarebbero aggiunti anche gli ultras della Nord, rimanessero fuori lo stadio con un grave rischio per la sicurezza pubblica.
“Il problema è che sul sito del Porto i biglietti erano acquistabili – spiega Saccoccia -. Noi dell’Inter Club abbiamo accesso ai biglietti riservati ai tifosi ospiti. Ovvero quelli nominativi per le gare di Champions. Gli altri settori, invece, avevano biglietti non nominativi che sono stati acquistati dall’Italia. Tutto ciò, però, rimane una discriminazione. E’ una mancanza tua se permetti l’acquisto dall’estero ma poi mi impedisci di entrare”.
Il problema sembrava essersi risolto con un “democratico” accesso all’interno dello stadio, ma senza simboli (sciarpe o maglie) nerazzurri.
“Nel pomeriggio ci siamo avviati tutti insieme verso lo stadio – prosegue Saccoccia -. Sia noi con i biglietti per il settore ospiti, sia chi aveva tagliandi per altri settori. Eravamo oltre seimila tifosi, e all’ingresso dello stadio si è venuta a creare una calca. La polizia è intervenuta, facendo dirigere tutti, indiscriminatamente, verso i gate 19-24, ovvero quelli destinati esclusivamente all’entrate di chi era in possesso del biglietto per il settore ospiti. E’ qui che si è creato il vero putiferio. Chi aveva tagliandi per altri settori non veniva fatto entrare. Gli animi si sono surriscaldati, e mentre noi di Pacentro eravamo in disparte qualcuno ha provato a forzare il cordone. La polizia è intervenuta con delle cariche e dello spray. Da quel momento non hanno più fatto entrare nessuno. Noi siamo riusciti ad accedere solo al 37esimo minuto, ovvero quasi a fine primo tempo. In tanti però hanno rinunciato. Centinaia di tifosi sono andati via, non vedendo la partita nonostante i soldi spesi per il proprio tagliando. Un viaggio a vuoto a causa della disorganizzazione”.
Un caso simile avvenne lo scorso anno in Europa League, quando migliaia di tifosi dell’Eintracht Francoforte assediarono il Camp Nou di Barcellona a causa del sistema informatico del club catalano che vendette tagliandi non previsti agli ospiti. Lì, però, i sostenitori tedeschi vennero fatti entrare, facendo sentire praticamente “a casa” la squadra che poi vinse anche la competizione.
Steteve alla case…
Mi hai rubato le parole😅
Folza Inda