Caos esternalizzazione centri dell’impiego. Sindacati ignorati dalla Regione

Il vaso è colmo, e l’ennesimo tentativo di evadere il confronto con le RSU, da parte della Regione Abruzzo, sulla riorganizzazione dei Dipartimenti ha portato le sigle sindacali sul piede di guerra. L’Ente, inoltre, ha messo in cantiere la Legge istitutiva dell’Agenzia regionale per il Lavoro senza informare le Confederazioni CGIL, CISL, UIL e prima di aver concluso il confronto con le Federazioni di categoria e la RSU che rappresentano i dipendenti regionali.

“Si mette in cantiere l’idea di esternalizzare i Centri per l’impiego – osservano FP-CGIL, la CISL-FP, la UILFPL e la FEDIRETS regionali – e per farlo si prepara una Bozza di Legge evidentemente scritta con il “copia ed incolla”, piena di ripetizioni, errori e soprattutto carenze. Il mancato rispetto delle prerogative sindacali di categoria e della RSU costituisce un atto gravissimo che lede, oltre che le rappresentanze sindacali, anche le lavoratrici ed i lavoratori interessati dai provvedimenti che non hanno avuto modo di esprimere le loro proposte, osservazioni, emendamenti”.

“La mancata informativa alle Confederazioni in piena violazione degli art. 31, comma 2 della Legge regionale 77/99 – aggiungono – crea un ulteriore vulnus nella relazione con questa Amministrazione
regionale che sistematicamente viola le corrette relazioni sindacali per quanto riguarda la riorganizzazione (ormai l’ennesima) dell’Amministrazione Regionale sia in tema di esternalizzazione di servizi sensibili all’utenza. Ancora una volta la fretta è la scusa per evitare qualsiasi confronto nonostante ormai siano diverse le riforme attuate in un andirivieni di Servizi spostati qua e là e creazioni di strutture la cui giustificazione non trova riscontro in una maggiore efficienza della macchina amministrativa bensì ad esigenze politiche non sempre comprensibili”.

“Il rifiuto della Giunta Regionale ad un confronto vero con le OO.SS. Confederali e di categoria – sottolineano ancora le quattro sigle – ha dapprima impedito una nostra valutazione approfondita del potenziale impatto delle misure da adottare e poi, vista l’intervenuta adozione di specifiche DGR, la possibilità di esprimere osservazioni e proposte su temi fondamentali per i lavoratori e le lavoratrici della Giunta regionale e per i cittadini abruzzesi. Siamo al fianco delle nostre Federazioni di categoria e sosteniamo la dichiarazione di Stato di agitazione, che riguarda pure la Dirigenza, votato all’unanimità il 20 febbraio nel corso della partecipata assemblea dei dipendenti regionali. Adotteremo congiuntamente tutte le azioni sindacali per porre fine a questo modus operandi e, soprattutto per cambiare i provvedimenti che non riteniamo utili e giusti per le lavoratrici ed i lavoratori ed ancora prima per la nostra Regione”.

3 Commenti su "Caos esternalizzazione centri dell’impiego. Sindacati ignorati dalla Regione"

  1. Non bisogna esternalizzarli ma chiuderli….per quello che producono con il Personale a disposizione

  2. Perché parlare senza avere contezza di quanto lavoro si svolge nei CPI?

    • È possibile sapere quanti iscritti ha il cpi ogni anno e quanti ogni anno trovano lavoro grazie ad esso? Confrontare poi tali dati con le agenzie interinali.

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