“E’ disperato, possibile che siano così abbandonati?”. A sfogarsi è Marina, pratolana, parente di Roberto Di Mattia, vittima della crisi socio-economica che sta affliggendo il Venezuela di Maduro. Da Caracas le immagini non sono affatto rassicuranti (guarda il video – Frammenti dal Venezuela – nella sezione “de visu”), tutt’altro. Supermercati vuoti e lunghe file per comprare anche un solo chilo di farina, file anche al bancomat per ritirare soldi che non ci sono, qualcuno rovista tra la spazzatura sperando di trovare qualcosa di cui nutrirsi. “Si chiama iperinflazione, un giorno le cose costano 1 euro, il giorno dopo 5” spiega Roberto che dopo lo sfogo su Il Germe ha raccolto qualche immagine a testimonianza del suo racconto, mentre andava a lavoro nella speranza di reperire anche un minimo di connessione internet per inviarle. Il suo quartiere è stato derubato dai cavi, “Un quartiere di classe media” sottolinea.
Le spiegazioni del consolato non lasciano dubbi all’apparenza: “Ogni 24 ore (alle ore
Ma comunque la prenotazione non arriva e tutto resta esattamente come il giorno prima, imbrigliati in una società dalle presunte idee socialiste che non sembrano avere un riscontro reale, dove la miseria è diventata l’effetto più eclatante. Chi non ricorda le varie manifestazioni di solidarietà in Valle Peligna in favore dei propri parenti oltreoceano. Le raccolte di medicinali e beni di prima necessità a lunga scadenza. Da allora non è cambiato nulla.
Simona Pace
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