A 130 anni dalla sua nascita, il 21 marzo del 1889, questa mattina le istituzioni e a dire il vero solo queste (non una scolaresca presente), hanno reso omaggio ad uno dei più illustri sulmonesi della storia del Novecento e non solo: protagonista della redazione del Codice Camaldoli, professore universitario, poeta e scrittore, autorevole costituzionalista che nella Consulta venne nominato nel dicembre del 1955 dal presidente Giovanni Gronchi, senza mai riuscire però a presiedere una seduta perché la morte lo raggiunse proprio il giorno del suo insediamento (il 23 aprile 1956).

E’ stato proprio Sciuba a ricordare la statura di Capograssi, la sua scelta antifascista (si rifiutò di giurare come professore universitario), il suo attaccamento a Sulmona, i suoi enormi contributi allo studio del diritto e le sue profonde riflessioni poetiche nei Pensieri a Giulia.
Poi la proposta della consigliera comunale Elisabetta Bianchi di organizzare un convegno di studi sul tema della globalizzazione di cui, come spiegava il professor Sergio Cotta già nel 1981, Capograssi era stato preveggente lettore.
Oggi quella corona di fiori apposta sotto il suo busto nell’omonima piazza, davanti al tribunale a lui intitolato, è un segnale, una speranza che ci si augura non appassisca insieme ai fiori stessi.
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