Carcere, troppi casi clinici. I sindacati scrivono al ministro Nordio per gestire la situazione

Troppi internati affetti da problemi psichici. Le organizzazioni sindacali (Sappe; Osapp; Sinappe; UILPAPP; CISL; FNS; USPP e CGIL FP) chiedono lumi al ministro della Giustizia, Carlo, Nordio, oltre che all’Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila e all’Amministrazione penitenziaria, di essere messe a conoscenza riguardo eventuali accordi di potere, che avrebbero portato a recludere all’interno del carcere di Sulmona un numero eccessivo di carcerati affetti da patologie psicologiche.

In effetti la misura è colma, almeno per la struttura penitenziaria sulmonese che ospita 173 elementi psicoattivi a cui se ne sono aggiunti altri 4 negli ultimi giorni. Una concentrazione eccessiva di soggetti fragili, che ha portato a più eventi critici quali aggressioni a personale penitenziario e sanitario. L’ultima, in ordine di tempo, è avvenuta nella serata di ieri ai danni di un medico da parte di un quarantenne, internato proprio nelle celle di via Lamaccio, durante una visita.

Un clima sempre più incandescente, con la casa di reclusione che, numeri alla mano, non ha le forze per gestire un numero così ingente di casi clinici. Le richieste di trasferimento dei detenuti riottosi in altri istituti, avanzate negli ultimi mesi, sono rimaste lettera morta.

“L’Ufficio IV e l’Ufficio III Servizi sanitari del Dipartimento – scrivono le organizzazioni sindacali – non hanno fatto altro che assegnare al carcere di Sulmona centinaia di malati neanche fosse uno dei più attrezzati centri clinici. Allo stato attuale il penitenziario di Sulmona sembra avere al suo interno più malati dell’Ospedale San Salvatore di L’Aquila”. Le sigle sindacali si sono rivolte anche al ministro della Giustizia, al Presidente della Regione, Marco Marsilio e alla Direzione Generale dei detenuti, denunciando il precario equilibrio che c’è all’interno del carcere sulmonese.

2 Commenti su "Carcere, troppi casi clinici. I sindacati scrivono al ministro Nordio per gestire la situazione"

  1. L’articolo cita “In effetti la misura è colma, almeno per la struttura penitenziaria sulmonese che ospita 173 elementi psicoattivi a cui se ne sono aggiunti altri 4 negli ultimi giorni. Una concentrazione eccessiva di soggetti fragili, che ha portato a più eventi critici”.
    Sempre questo giornale qualche tempo fa (esattamente il 12 febbraio) ci raccontava di “una richiesta di accesso agli atti: il Comune dell’Aquila, tramite il suo ufficio legale, ha avanzato formale richiesta al Comune di Sulmona per avere i verbali dell’ultima seduta del consiglio comunale” poiché “secondo i legali del capoluogo di regione, infatti, durante la seduta […] potrebbero essere state pronunciate ingiurie e diffamazioni nei confronti della città capoluogo”.
    ORA HO CAPITO COSA È SUCCESSO!
    La procura ha concluso le indagini. Ha beccato 173 pazzi sulmonesi (tutto il consiglio comunale e altri loro compari psicolabili) che sparlavano del loro capoluogo e li ha rinchiusi tutti quanti in manicomio (che il giornale eufemisticamente chiama qui “struttura penitenziaria sulmonese”).
    Sono così tanti e così “psicoattivi” questi pazzi diffamatori da destare preoccupazione!
    Comunque meglio per loro che se ne stiano nel manicomio peligno: per quel che hanno detto, a L’Aquila li attenderebbe certamente il 41 bis accanto a Messina Denaro!

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