Case popolari, “prima gli italiani”. Governo impugna legge regionale

È stata impugnata dal Consiglio dei Ministri la legge n. 34 di Regione Abruzzo del 31 ottobre 2019 che modifica le norme per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica “in quanto varie norme violano i principi di ragionevolezza, di uguaglianza e non discriminazione di cui all’ articolo 3 della Costituzione, oltre a risultare invasive della competenza esclusiva statale in materia di ‘ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali’ e di ‘ordine pubblico e sicurezza’ di cui all’articolo 117 della Costituzione”.

“Con la severa e doverosa impugnazione  da parte del Governo – scrive il consigliere regionale Giovanni Legnini -, che ha inteso sottoporre alla Corte Costituzionale la legge regionale voluta dal centrodestra sull’assegnazione e gestione delle case popolari, emerge con chiarezza  la superficialità e l’arroganza dell’attuale classe dirigente della destra abruzzese.  La reazione scomposta di vari esponenti di maggioranza è ingiustificata poiché siamo di fronte  ad un’impugnazione che evidenzia con precisione le  disposizioni illegittime e discriminatorie, che  avevamo puntualmente individuato  in Consiglio Regionale, proponendo specifici emendamenti e chiedendo di modificare le norme, prima della loro definitiva approvazione”.

“Il centrodestra e la giunta Marsilio – scrive il segretario di Rifondazione Comunista Marco Fars -non hanno nessuna intenzione di trovare una soluzione al problema casa in Regione Abruzzo. La legge regionale n. 34 del 31/10/2019 per l’edilizia residenziale pubblica, come aveva denunciato l’Unione Inquilini, è stata impugnata dal Consiglio dei Ministri per evidenti profili di incostituzionalità e discriminazione razziale. Chi scrive le leggi ha il dovere di attenersi al rispetto della Costituzione, altrimenti perde tempo prezioso. È mera propaganda sostenere che il problema dell’assegnazione degli alloggi popolari è la presenza di legittime richieste dei cittadini stranieri residenti in Italia. E la Meloni racconta frottole quando sostiene che hanno cercato di eliminare ‘corsie preferenziali per stranieri’ che non esistono”.

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