C’era una volta la colla Sichozzell

Meglio mettere le cose in chiaro: non è che l’elettore abbia sempre votato liberamente. Spassionatamente. Ma almeno una volta aveva l’illusione di poter esser decisivo, con un segno sul suo segno e il numero del candidato con la faccia giusta. Colto tra altri in un mazzo di papaveri proposti dal partito, che però aveva già deciso su chi puntare. Regalando sequenze di quaterne per capire chi aveva obbedito agli ordini di scuderia.

Come ora. Tra maggioritario e uninominale tre quarti dei posti disponibili alla Camera e in Senato sono stati già appattati. La parola preferenza ha perso di significato e sostanza. Per conto e in nome di un diabolico meccanismo universale. Tutto matematica e niente opinione. Al cittadino, decerebrato per legge, non resta che ratificare con una croce su un simbolo. A volte parte di una coalizione appiccicaticcia e altre no. Facendo molta attenzione a non fare scelte disgiunte sulla stessa scheda.

Ci hanno portato ai seggi in fretta, come un temporale in piena estate, in coda al luglio più bollente degli ultimi cent’anni. Dopo le dimissioni del banchiere Mario Draghi. Abbiamo attraversato la luce di agosto facendo finta che la guerra in Ucraina non ci fosse mai stata, aspettando sotto l’ombrellone vecchie alleanze e nuovi patti. Senza voler pensare alle bollette che tra poco troveremo nelle cassette della posta. Non ci hanno entusiasmato rincorrendosi nei salotti televisivi. Con candidati disoccupati che promettevano posti di lavoro. Ignoranti pianificare il futuro.

In provincia, da noi, non sono mai arrivati. Né riempito piazze. Forse qualche pizzeria fuori mano. Come se le persone fossero categorie, punti cardinali, settentrione o meridione. Sud o nord di una nazione sempre più divisa. Arida. Soprattutto non hanno tappezzato i cartelloni elettorali, simbolo di battaglie vissute fino all’ultimo minuto. Con militanti pronti a difendere slogan e spazi. Foto e insegne, come fossero la loro casa. La fabbrica. Il luogo dell’anima.

C’era una volta la colla Sichozzell, odor di amido, diluita nell’acqua, usata per i parati di carta o di stoffa. Spazzolone, secchio e bagagliaio delle auto inzeppato di manifesti. La snervante guerra delle affissioni. Prima del rumoroso silenzio elettorale. C’erano una volta le elezioni…

Dylan Tardioli

1 Commento su "C’era una volta la colla Sichozzell"

  1. Il PD, con la strategia peggiore possibile, gioca a perdere perché preferisce non governare. La patata bollente sarà in mano alla destra…

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