Mentre, oggi, la città di Avezzano e la Marsica scendono in piazza per difendere il tribunale, a Sulmona, domani, si celebreranno (all’auditorium dell’Annunziata) i fasti di una tradizione forense di vecchia data. A testimoniarlo è in particolare il conferimento della “Toga di diamante”, una delle poche che possono essere vantate in Italia, a Lucio Speranza (nella foto – a sinistra – nel 2003 insieme al fratello Pasquale) e ai suoi settanta anni di iscrizione all’Albo degli avvocati.
Un traguardo non da poco che il decano del Foro sulmonese taglia all’età di 96 anni e che festeggerà insieme ai colleghi e agli altri che saranno insigniti dei riconoscimenti previsti nella cerimonia (ore 10,30) durante la quale saranno consegnate sette toghe d’oro (ovvero quaranta anni di iscrizione) e tre medaglie per i cinquanta anni.
In particolare taglieranno il traguardo dei quaranta anni Luciano Angelone, Edoardo Di Loreto, Ezio Colaiacovo, Vittorio Masci, Anna Carolina Iannozzi, Francesco Miraldi e Francesco Zurlo; mentre il mezzo secolo di iscrizione possono vantarlo Michele Faraglia, Delio Guido e Lando Sciuba.
Domani, però, sarà soprattutto l’occasione per spolverare, in prospettiva della difesa del tribunale, la gloria di una categoria che da sempre è stata anche classe dirigente sul territorio e per sottolinearlo sarà ospite della cerimonia, oltre alle rappresentanze politiche e giudiziarie della regione, anche la presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine forense, Maria Masi.
Un’attenzione nazionale, dunque, per un piccolo tribunale che da anni affronta la battaglia per evitare la chiusura e che sta cercando di dimostrare come l’efficienza della giustizia non sia legata alla grandezza del tribunale, piuttosto il contrario.
Non a caso a palazzo Capograssi, domani, sono attesi i parlamentari eletti in Abruzzo, coloro cioè che tra non molto dovranno sostenere nelle sedi parlamentari la causa dei tribunali minori e una controriforma sulla geografia delle sedi giudiziarie nel Paese.
Bei tempi passati. C’è proprio ora su facebook un post di ricordi di Carlo Verdone sulla chiusura anche del Cafè de Paris a Via Veneto. I bars i negozietti artigianali e di quartiere stanno chiudendo tutti in tutte le città,a favore dei grandi centri commerciali.Se il mondo sta cambiando, perché,e per quale prepotenza solo i tribunali minori non dovrebbero abbassare le serrande ed adeguarsi riconformandosi verso un servizio di Giustizia adeguato ai tempi ? In Abruzzo i tribunali debbono chiudere anche a Pescara Chieti e Teramo.