Cgil, Asl1: “Testa scaricato dalla politica che un anno fa ne tesseva le lodi”

La Cgil dell’Aquila per voce del Segretario Generale Francesco Marrelli e del Segretario Generale della Funzione Pubblica Anthony Pasqualone commenta la notizia della revoca da Direttore Generale della ASL 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila Roberto Testa e della nomina del nuovo Direttore Ferdinando Romano. All’ex manager sarebbero stati contestati disservizi riscontrati particolarmente durante l’emergenza pandemica nel corso dell’anno 2020, quando gli ospedali erano al collasso, il tracciamento fuori controllo, il personale esasperato e l’utenza disorientata, eppure ricorda il sindacato non più di un anno fa, la politica locale e regionale tessevano le lodi del Direttore Generale, oggi rimosso, dichiarando che, in pochi mesi, aveva dato corso ad una gestione in piena discontinuità con il suo predecessore in termini di nuove assunzioni ed investimenti, riconsegnando, per tanto, piena dignità alla sanità pubblica. Evidentemente qualcuno costruiva una narrazione diversa dalla realtà.

“Infatti – scrive il sindacato – mentre la nostra organizzazione sindacale con esposti in Procura, diffide, manifestazioni e presidi continuava a denunciare le gravi carenze e le enormi criticità nella gestione dell’emergenza sanitaria, qualcun’altro, per meri interessi di parte, continuava ad utilizzare la delicata questione della sanità come elemento di campagna elettorale permanente sul nostro territorio. La Cgil, già da tempi non sospetti di covid, denunciava la lentezza delle procedure di assunzione, le esasperanti condizioni di lavoro e le criticità legate all’erogazione delle prestazioni sanitarie. Abbiamo attraversato diverse fasi della pandemia, dai contagi vicino allo zero alla perdita assoluta del controllo sul tracciamento, con la provincia dell’Aquila collocata tra i territori maggiormente colpiti nella seconda ondata pandemica, tanto da balzare alle cronache nazionali. Continua a mancare il senso di responsabilità verso una intera comunità, non si parla di medicina territoriale, della carenza di posti letto, di assunzioni, di ripresa delle attività ordinarie per visite ed esami diagnostici, del recupero delle liste di attesa, di tutele salariali e occupazionali, di precari e lavoratori degli appalti e, più in generale, del mancato rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”.

Continua il sindacato: “Le ragioni della politica si concentrano su quanto il manager da nominare sia vicino ad un partito rispetto ad un altro, quali ricadute in termini di visibilità darà ad un soggetto rispetto ad un altro, quale contributo la sua nomina darà alla prossima campagna elettorale. Il rapporto fiduciario passa attraverso il senso di appartenenza, fedeltà e contiguità con i partiti che governano in quel dato momento storico come se di fatto i direttori generali fossero i commissari della politica incaricati alla gestione della ASL. Tutto ciò delinea una totale estromissione delle cittadine e cittadini alla partecipazione democratica per l’individuazione delle linee strategiche del sistema sanitario pubblico. Nel contempo, medici, infermieri, Oss, tecnici e personale amministrativo si trovano tutti i giorni ad affrontare problemi mai risolti e in più, in taluni casi, assoggettati ad atteggiamenti intimidatori volti a reprimere qualsivoglia voce contraria alla gestione. La Cgil continuerà a stare al fianco delle nostre comunità, indipendentemente da chi sarà al Governo Regionale e a dirigere la ASL, e proseguirà nella battaglia a tutela dei diritti della cittadinanza, delle lavoratrici e dei lavoratori al fine di restituire piena dignità alla cosa pubblica declinata come diritto universale alla salute e non come strumento per il soddisfacimento di un particolare interesse del momento”.

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