Chiude il Gran Caffè: il sogno svanito di un centro vivo

Il Covid c’entra, ma fino a un certo punto: la parabola del Gran Caffè di Sulmona, lo storico bar di piazza XX settembre, è in fondo quella del centro storico, della sua economia, del decadimento verticale che la città ha avuto negli ultimi anni.

Il locale dove Monicelli ambientò Parenti Serpenti, dove sono cresciute tante generazioni, luogo di ritrovo e incontro di un mondo fa, non riaprirà infatti i battenti, chiusi in realtà a novembre scorso per il Covid. Non lo ha fatto il 26 aprile con l’ingresso in zona gialla e non lo farà neanche questa estate. Né in autunno, né in inverno e chissà fino a quando, considerando che nel frattempo dovrebbero partire anche i lavori di adeguamento sismico dell’edificio. Ricorsi permettendo.

Il progetto coraggioso e nostalgico di un gruppo di avvocati di Sulmona che nell’agosto del 2017 riaprì le porte del locale, ha dovuto arrendersi davanti all’evidenza di una città morente, dove le vetrine del centro storico, soprattutto, stanno lasciando giorno dopo giorno luci spente e locali vuoti. Alcuni chiusi definitivamente, altri trasferiti o fagocitati dalla grande distribuzione che trova sfogo nelle aree periferiche del nucleo industriale, dove, d’altronde, sono state trasferite anche alcune scuole.

Ed è in quest’ultimo passaggio, in questa confusa e scriteriata visione urbanistica della città, che visione non è, piuttosto un’assenza come d’altronde lo è stato l’assessorato referente dell’era Casini, che sta il senso delle politiche del centro storico dove si è pensato che bastasse un’area pedonale (fatta tra l’altro a singhiozzi e male) per rivitalizzarlo.

E’ mancata, soprattutto, una politica della residenzialità, il coraggio delle scelte, l’ardire di un sogno: le case sono rimaste vuote e senza incentivi, con i finanziamenti e i progetti della ricostruzione che sono stati pressoché immobili, i negozi hanno conservato prezzi di affitto proibitivi e, soprattutto, i servizi e le funzioni pubbliche sono venute meno senza che nessuno si preoccupasse di trattenerle o riportarle in centro: dalla caserma della guardia di finanza, agli uffici delle società partecipate (con tanto di farsa di Cogesa e Saca nella caserma De Amicis), fino alle scuole, liceo classico in primis.

Un po’ tardi, ora, per fare tavoli e affidare incarichi: il caffè è freddo, imbevibile, anzi chiuso.

24 Commenti su "Chiude il Gran Caffè: il sogno svanito di un centro vivo"

  1. Un vero dispiacere!!
    Con un centro storico blindato era un impresa impossibile portare avanti un’attività del genere… Peccato!

  2. Fori Imperiali | 7 Maggio 2021 at 07:32 | Rispondi

    Ecco… affitto dei negozi proibitivi.. scusate per Piazza di Spagna?!? Qui si confonde il Vaschione per la Fontana di Trevi, il problema è culturale ancor prima che politico.

    • Concordo con Fori Imperiali: il pro blema è la mentali tà retrograda e più che provincia le, lamentele ste rili tanto x dire scarsamente quali ficate…

    • esatto. enorme dispiacere per il Gran Caffè. un pezzo di storia, della nostra storia che termina nel peggior dei modi. nn ci resta che piangere …

  3. Perfettamente in linea, purtroppo, con la logica (destituita di fondamento) del centro storico a misura di macchina. Il salotto della città divenuto un garage. Un problema prima di tutto culturale che affligge amministratori e amministrati in pari misura.

  4. Mi sembra un po’ troppo semplicistico ridurre un problema così complesso al solo quesito :auto si o auto no. È evidente che lo smog non piace a nessuno (dovrebbe essere così anche al di fuori di corso Ovidio,le auto inquinano sempre e comunque, in realtà di tanti ecologisti da tastiera poi ne vedo pochissimi in giro per strada). La buona politica per risolvere un problema dovrebbe studiare la realtà nel suo insieme: le sfide che alcuni settori dell”economia, come quello del commercio, stanno affrontando, sono difficili perché la concorrenza è rappresentata da colossi con immense risorse e con un fortissimo potere decisionale, anche nel campo della tassazione a cui sono soggetti, o forse, sarebbe meglio dire non soggetti. Poi si può anche decidere di far morire completamente questo settore e chi ne frega, ma credo che tutti sappiamo come funziona l’economia. Se invece si vogliono cercare soluzioni che facciano crescere la città dovrebbero essere un po’ più efficaci e utili per tutti. Certamente non basta posizionare un segnale di divieto.

    • Luigi Gagliardi | 7 Maggio 2021 at 09:10 | Rispondi

      Vero, il problema è complessissimo e non esistono soluzioni semplici come quelle che ci propongono gli attuali politici, “votami ed in uno o massimo due anni vedrai che…….”.

      Come si può fare concorrenza ad Amazon? Siamo stati educati al tutto e subito ed il mercato ci ha fornito quello che volevamo, attraverso Amazon.
      Il costo del lavoro nel nostro paese è troppo alto rispetto a quanto il cittadino medio può permettersi di pagare le merci per cui la produzione, se non quella di nicchia dove servono competenze altissime, non tornerà mai più da noi, anche quì a Torino stanno chiudendo diverse industrie quindi direi che la produzione sta andando fuori dall’Italia e non è possibile invertire la rotta.
      I settori su cui si può puntare sono il turismo, la produzione agricola ed i servizi informatici.
      Per turismo non intendo la villeggiatura anni ’20 (1920) dove il turista arriva e passa le giornate ad oziare e guardare il panorama, il turismo attuale è incentrato sull’esperienza, le persone vogliono vivere esperienze.
      Per la produzione agricola serve del buon marketing, chi compra un prodotto se non lo si conosce e non lo si reputa il migliore?
      Il settore informatico non va male sulla costa, bisognerà chiedere una consulenza alle aziende che vanno a gonfie vele e capire quale è l’andamento e cosa si può fare da noi, ammesso che vogliano collaborare.

      • Ti rivolgi ad amazon/eBay non solo per avere tutto e subito, ma soprattutto perché a Sulmona spesso è volentieri non trovi un kaiser! E ti guardano pure con occhi sbarrati manco stessi a chiedere un reattore nucleare. E ti parlo di cose banali come ad esempio i semplici moduli Wifi per la domotica residenziale oppure dei manicotti radiatore auto in silicone

  5. Beh forse il progetto iniziale di aprire questo locale è svanito in poco tempo e, tra l’altro ci sono vari ricorsi ai decreti ingiuntivi per mancati pagamenti ai dipendenti e vertenze … Meglio chiuderlo!!!

  6. Scelte legittime, per carità. Ma temo che di questo passo, non ci sarà futuro per i nostri figli in questa valle. Ma forse, meglio essere ottimisti :potranno sempre sperare in un lavoro come corrieri o magazzinieri. Certo poi, con gli algoritmi prestabiliti per le consegne e magari, un bel braccialetto elettronico al polso, per controllare meglio, temo saranno loro ad avere gli occhi sbarrati. Proprio come Charlie Chaplin in “Tempi moderni”.

  7. Mariotti gianni | 7 Maggio 2021 at 14:38 | Rispondi

    Scusate mi sono perso!!!!!!si è fatta una lotta per un anno per fare partire i lavori al liceo classico e per cercare di mettere la retromarcia….voi stessi siete andati oltre la cronaca, però ora la colpa è delle scuole messe fuori città dopo 30 anni di abbandono !!!!! però la colpa è di un assessore che sta facendo cantieri su cantieri e che sta qui da 15 mesi 🤔🤔🤔🤔🤔🤔🤔🤔????????

    • scusa Mariotti, ma chi ha dato la colpa all’assessore. Ma che ti ci sei fidanzato?

      • ahahhahaa…dai, starebbero bene insieme, che male c’è. Sempre i soliti…

      • Mariotti gianni | 8 Maggio 2021 at 02:27 | Rispondi

        Fidanzato no ….ma quasi 😂😂😂😂😂…..scusa 280 articoli minuziosamente correlati da pareri personali ben oltre la cronaca ……poi la storia la ricordiamo tutti ….due ricorsi (persi)che si davano per vinti …..poi ci si è attaccati al coefficiente di vulnerabilità (riprendo vostro articolo se volete)che mai una scuola sarebbe ritornata li!!!!!(smentito anche quello)ecc.ecc …..ed ora ??????lacrime di coccodrillo?????mi sembra di parlare con una paladina molto vicino a questa testata …..evidentemente i fidanzati siete voi e non io ……vedi che alla fine tutto torna……

        • Caro Mariotti nutro qualche dubbio che tun riesca a comprendere davvero fino in fondo il significato degli articoli. Sul liceo classico vedremo come andrà a finire, noi abbiamo sollevato questioni tecniche che i tecnici hanno sollevato, fino in fase giudiziaria. Mi auguro ovviamente di sbagliarmi e che gli studenti tornino in quella sede prima che mia figlia si iscriva al liceo. In quanto alle mie relazioni sentimentali, volevo avvertirti che sono felicemente sposato e che sono fedele a mia moglie, che cerco di rendere felice ogni giorno. Io.

          • Mariotti gianni | 8 Maggio 2021 at 17:49 |

            Allora la mia educazione non deve passare per stupidità caro Grizzly ….la fidanzata è intesa con la testata giornalistica….ma evidentemente ho dubbi che tu abbia umorismo e autocritica …..dei tuoi rapporti con tua moglie se vuoi scrivi a qualche testata di rapporti di coppia….se leggi quello che hai risposto tu per primo mi hai dato tu del Gay chiedendomi se ero fidanzato con l’assessore ,ma a differenza tua ho risposto con il sorriso e una battuta anche se non ho nulla contro le coppie a colori …..quindi la morale falla a te stesso e con .io.scritto alla fine non so cosa tu voglia affermare …..ma racchiude tutta la tua piccolezza io ne ho tre di figli e una splendida compagna…..vedo che siamo finiti a c’è posta per te……addio Grizzly che come tutti su questa testata hanno paura di mettere nome e cognome ……io.no

          • Mariotti gianni | 8 Maggio 2021 at 17:52 |

            P.s sul liceo classico è già finita e io da sulmonese non telecomandato spero che nel 2022 inizino i lavori ….buona vita

  8. Violetta Mammola | 7 Maggio 2021 at 17:17 | Rispondi

    Tutti però escludete la banale possibilità che l’imprenditore/imprenditori non fosse/fossero all’altezza del compito. Quella è un’attività che non puoi improvvisare.

  9. É molto triste che il Gran Caffè simbolo di una città resti chiuso.

  10. L’articolo è incentrato sulla ennesima chiusura di una attività commerciale “simbolo” per la città, ed era questa l’analisi da affrontare nei commenti, ma la piega del discorso ha preso come spesso e “sempre” tutt’altro indirizzo e questo può bastare a spiegare in parte il perché di una crisi cronica della nostra città, di una città come tante altre in Italia, che vivono gli stessi problemi, perché altrove non vi sono paradisi, ma altrove vi è più coesione ed interesse per vivacizzare e rendere la città se non attrattiva quanto meno migliore, ma da noi non è possibile ed il problema siamo sempre noi rinchiusi nel piccolo orticello di mentalità e di favoritismi ormai anch’esso seccatosi!!!

  11. Bravo temp,hai capito il perché questa città è ridotta così. Questa discussione, finita nel personale, spiega tutto.

  12. antonio pizzola | 10 Maggio 2021 at 01:00 | Rispondi

    Assolutamente d’accordo sull’analisi e sulla critica, per quanto siano stati congiunture difficilissime già gli anni pre covid erano funzionari così. Ma il declino dell’entroterra abruzzese non è tutta responsabilità della sindaca alla quale è mancata un’impennata, uno scatto di reni che la città necessita. Ma il Gran Caffè è un simbolo e una narrazione di quello che la piazza vive, finchè vive. Certo non c’è più il gran caffè degli anni della foto come non c’era più a quei tempi che ho vissuto da adolescente, i tempi dei salotti novecenteschi che pure quella piazza e quel caffè avevno conosciuto. Il punto è solo da dove ricostruire, daccapo, un altro Gran Caffè per un’altra piazza XX

    • Dove ha letto che “il declino dell’entroterra abruzzese (niente di meno che) non è tutta responsabilità della sindaca”? Chi su questo articolo e nei commenti ha usato e osato dire ciò? Quello che va riconosciuto al Sindaco e per favore fermiamoci al solo territorio comunale e vi aggiungo fortunatamente, è che di capacità costruttiva ne ha avuta ben poca, come al contrario “altri” sempre del clan, ne hanno avuta fin troppa di “capacità distruttiva” che, unitamente alle stesse capacità dei precedenti amministratori, hanno reso la città di Sulmona un borgo, un borghetto, in termini di qualità di vivibilità, di attrattività cittadina e reso peggio i cittadini, un imbruttimento spaventoso, che ha fatto ripiombare la comunità nel basso medio evo…. ma…. ma… tremendamente utile al sistema dello sfascio, e tutto questo purtroppo è già avvenuto, e peggio tutti lo sappiamo e nessuno se ne frega… anzi ci sguazza come i porci nel fango!!!
      Certo il Gran Caffè, Piazza XX, ma direi l’intera città e popolazione non è più quella del passato… Il mondo va avanti comunque, con o senza Sulmona.
      Il punto è fermare l’imbarbarimento, l’abbruttimento, decidersi di mettersi a fare i politici per davvero, con veri politici, con chi ama veramente la città e non con chi ama tenere il borgo in un’agonia irreversibile per il proprio godimento e sfruttamento.
      Stiamo vivendo il periodo più nero, ma di un nero cupo, di un nero funebre, di un nero tombale e NON FACCIAMO NULLA… siamo diventati tutti degli zombie cococciari e ci fa pure piacere… INCREDIBILE MA VERO!

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