Ciclopedonale fuori norma: Bincontriamoci chiede di cambiare il progetto

Meglio non averla che averla fuori norma: l’associazione Bicincontriamoci torna sulla vicenda della pista ciclopedonale di via Cappuccini, quella in cantiere da circa sette anni e per la quale ora sono partiti i lavori. Bicincontriamoci chiede di fermare le bocce e cambiare il progetto, realizzando due marciapiedi, uno per lato, anziché uno solo che metterebbe in contrasto pedoni e ciclisti e di trasformare la strada (su cui spesso sfrecciano auto e soprattutto camion) in una Zona 30, con dissuasori rialzati e attraversamenti “in modo che siano tutelati tutti i fruitori della strada, facendo convivere biciclette e mezzi motorizzati sulle carreggiate stradali e dedicando marciapiedi sicuri e protetti ai pedoni – scrive l’associazione -. Le piste ciclabili sono utili solo se ben pianificate e progettate, nel rispetto delle disposizioni normative e all’interno di una pianificazione della mobilità ciclistica ampia e coordinata con gli strumenti generali e particolari di pianificazione urbanistica e della mobilità”.

E quella in corso d’opera non lo è: le piste ciclopedonali devono avere per legge una larghezza minima di 1,5 metri se monodirezionali e 2,5 metri se bidirezionali.

“La ciclopedonale prevista in via dei Cappuccini sembra non rispettare nessuna delle caratteristiche previste dalla norma citata in quanto, essendo monodirezionale (cioè utilizzabile in una sola direzione) ha un’ampiezza pari o addirittura inferiore a m 1,50, misura che è il minimo per la sola parte ciclabile, e attraversa una strada a grande traffico pedonale – aggiunge Bicincontriamoci -, rischiando di creare conflittualità tra ciclisti e pedoni. Non si comprende, inoltre, la scelta di realizzare la pista a ‘senso unico’ su un solo lato della strada, lasciando l’altro senso di marcia privo di infrastruttura dedicata”.

12 Commenti su "Ciclopedonale fuori norma: Bincontriamoci chiede di cambiare il progetto"

  1. Ma che scherziamo?… A Sulmona siamo bravi a bloccare tutto! Pure le associazioni sono per il non fare! Meglio ridotta che nulla! Due marciapiedi che verranno invasi dalle erbacce e che non serviranno a niente? Questa è l’alternativa? Ma fatemi il piacere

  2. Zona 30? Grande traffico pedonale? Ma che film vi siete visti

    • Si vede che nn ci passi mai…le auto e camion (specialmente tutti quelli che vanno in discarica) sfrecciano come matti…invito la polizia locale ad utilizzare spesso l’autovelox in quel tratto di strada…

  3. Che il “progettato” progetto nato nel lontano 2019 sia nato male in partenza è acclarato.
    Tutte le vicissitudini occorse negli anni fra errori di progetto, modifiche, stop autorizzativi e rescissioni di contratti ne sono la lampante riprova.
    Diciamolo chiaramente che era un progetto nato sotto l’onda del momento della spinta positiva del Cogesa, poi inesorabilmente naufragata.
    “SOLO” 6 anni separano l’inizio dei lavori di tale PENSATA OPERA, e certamente al cittadino arguto e attento alle vicende cittadine, non ne è sfuggita le motivazioni del PERCHE’!?
    Il resto sono solo chiacchiere da “retro bar”, tanto SONO SOLO SOLDI PUBBILICI ed è meglio poter mostrare qualche opera in più che in meno, se poi non è funzionale non fa niente, SI PUO’ SEMPRE RIPROGETTARE!!!
    PIUTTOSTO APRIAMO “DEFINITIVAMENTE” GLI OCCHI SULLA CITTA’ E SMETTIAMO DI FARCI PRENDERE PER I FONDELLI.
    RIPRENDIAMOCI LA CITTA’!

  4. Invece di una nuova opera superflua, perché non restituire un po’ di decoro alla città, investendo quei soldi, per sistemare strade vergognose e marciapiedi in stato pietoso, che esistono già?

    • Opera superflua non direi, le auto che sfrecciano e la rischiosità di investimento c’è tutta.
      Per me è più un’opera nata male!
      Quei soldi, o meglio una parte, fanno parte dei ristori ambientali dovuti all’impianto di smaltimento per mitigare l’impatto ambientale nell’area circostante.
      Già questo dovrebbe darci da pensare sul come una pista ciclabile possa mitigare la presenza di un impianto di smaltimento rifiuti.
      Come nota informativa, aggiungo che questi ristori furono in passato anche sospesi e poi reintegrati , ma tutto questo è la norma della non regola, quando serve!
      Quindi, di tutto ciò detto, i fondi del rimborso ambientale su strade e marciapiedi cittadini non “dovrebbero” essere spesi… nella pista ciclabile SI (così sembra)!

  5. Non è una pista ciclabile ma una ciclopedonale
    Il DM 557/1999, che dispone come debbano essere realizzate le infrastrutture ciclabili, all’art. 4 specifica che ” I percorsi ciclopedonali sono realizzati, di norma, all’interno di parchi o di zone a traffico prevalentemente pedonale, nel caso in cui l’ampiezza della carreggiata o la ridotta entità del traffico ciclistico non richiedano la realizzazione di specifiche piste ciclabili. Tali percorsi possono anche essere realizzati, su parti della strada esterne alla carreggiata, rialzate o altrimenti delimitate e protette, usualmente destinate ai pedoni, qualora non sia possibile realizzare una pista ciclabile con un percorso pedonale affiancato e gli stessi percorsi si rendano necessari per dare continuità alla rete di itinerari ciclabili programmati. In tali casi, si ritiene opportuno che la parte della strada che si intende utilizzare quale percorso ciclopedonale abbia:a) larghezza adeguatamente incrementata rispetto ai minimi fissati per le piste ciclabili (cioè m 1,50 per le piste monodirezionali e 2,50 per le bidirezionali) b) traffico pedonale ridotto ed assenza di attività attrattrici di traffico pedonale quali itinerari commerciali, insediamenti ad alta densità abitativa, ecc.”La ciclopedonale prevista in via dei Cappuccini sembra non rispettare nessuna delle caratteristiche previste dalla norma citata in quanto, essendo monodirezionale (cioè utilizzabile in una sola direzione) ha un’ampiezza pari o addirittura inferiore a m 1,50, misura che è il minimo per la sola parte ciclabile, e attraversa una strada a grande traffico pedonale, rischiando di creare conflittualità tra ciclisti e pedoni. Non si comprende, inoltre, la scelta di realizzare la pista a “senso unico” su un solo lato della strada, lasciando l’altro senso di marcia privo di infrastruttura dedicata. Come associazione che ha a cuore la tutela dei ciclisti sottolineiamo inoltre che, a differenza delle ciclabili vere proprie , le ciclopedonali non devono essere obbligatoriamente utilizzate dai ciclisti e, pertanto, si sta realizzando una inutile infrastruttura che verrà, al più, utilizzata dai pedoni. Per questo chiediamo che venga cambiato il progetto e che vengano realizzati due marciapiedi, uno per ogni senso di marcia, introducendo misure passive di moderazione del traffico (zona 30, attraversamenti pedonali rialzati; specifica segnaletica di attenzione al traffico ciclistico, ecc.) in modo che siano tutelati tutti i fruitori della strada, facendo convivere biciclette e mezzi motorizzati sulle carreggiate stradali e dedicando marciapiedi sicuri e protetti ai pedoni. Le piste ciclabili sono utili solo se ben pianificate e progettate, nel rispetto delle disposizioni normative e all’interno di una pianificazione della mobilità ciclistica ampia e coordinata con gli strumenti generali e particolari di pianificazione urbanistica e della mobilità. Singole opere avulse dal contesto, ancor di più se realizzate senza il rigoroso rispetto delle norme nazionali, rischiano solo di veder sprecate risorse pubbliche e di non essere utilizzate, vanificando le motivazioni per le quali sono state progettate.

    • Siamo d’accordo.
      A questo punto meglio non farla e visto che i “dané” quelli sono e quelli rimangono al momento (e a prescinderne la corretta fonte di finanziamento) come da precedente proposta dell’associazione avanzata nell’agosto 2020 “si potrebbero sistemare oltre 20 chilometri di piste o comunque di corsie ciclabili già esistenti”…
      Colgo lo spunto e concludo con un appello alla futura amministrazione: Hai voluto la bicicletta? Adesso pedala!

  6. Nome del progettista?

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