Cinque colpi di pistola contro la vetrina: gli spacciatori regolano i conti

Sarebbero cinque i colpi esplosi l’altra notte contro la pasta all’uovo di via Papa Giovanni XXIII a Sulmona, questo almeno è quanto raccontano alcuni testimoni, svegliati alle due di notte dal rumore degli spari. Sulla vetrina, però, ci sarebbero solo due fori e un solo proiettile è stato ritrovato all’interno dell’attività commerciale.

Al di là del numero, però, quello scaricato contro la vetrina del negozio, è piombo vero: non botti di Capodanno, né piombini e scacciacani.

Quanto basta per capire che l’escaltion del crimine, legato verosimilmente al traffico di droga, a Sulmona ha fatto un importante passo in avanti.

Gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo sulle indagini che si muovono comunque in più direzioni.

Tre, in particolare, sono i fatti di cronaca riconducibili a questo, come all’altro atto di intimidazione, l’incendio dell’auto in via Avezzano verificatosi a metà dicembre, entrambi verosimilmente rivolti contro il trentenne che si trova agli arresti domiciliari che alla pasta all’uovo lavora e che dell’auto incendiata era il proprietario.

C’è, innanzitutto, la rapina di Bussi fatta ai danni di un corriere della droga a giugno scorso, e finita con uno spettacolare inseguimento e quattro arresti (tra cui il trentenne in questione) da parte della guardia di finanza.

C’è, poi, l’arresto del latitante sulmonese in Spagna a settembre e con cui il trentenne era in contatto e ancora gli arresti eseguiti due giorni prima del rogo dell’auto proprio in via Avezzano di altri due spacciatori romani, trovati dalla guardia di finanza con due etti di cocaina in auto.

E’ probabile, comunque, che i colpi dell’altra notte siano stati sparati da sicari di fuori, forse qualcuno che ha dei conti da regolare per quelle partite di droga perse e gli arresti ad esse collegate.

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