“Città degli Eremi”: Sulmona guida il cammino

Il più famoso a Sulmona è quello di Sant’Onofrio, ma c’è anche quello, sempre di Celestino V, sulla cima del Morrone e poi quello di San Venanzio a Raiano, di San Domenico a Villalago, senza contare la rete di quelli della Maiella: quello di Santo Spirito a Roccamorice, di San Bartolomeo, di Sant’Onofrio a Serramonacesca e all’Orfento, la Madonna dell’Altare a Palena e quello di San Michele a Pescocostanzo.

Un patrimonio immenso di spiritualità e turismo che ha messo insieme oltre duecento città in un’associazione nazionale, “Città degli Eremi”, alla quale Sulmona ha aderito con convinzione, proponendosi anzi – a buon diritto – come ente capofila.

“Entrare a far parte di una rete che unisce territori che hanno come elemento identitario la presenza di luoghi dello spirito, come gli eremi, è un’importante opportunità per la valorizzazione e promozione turistica dell’intero territorio – spiega l’assessora al Turismo del capoluogo peligno, Manuela Cozzi -, a cui stiamo lavorando da molto tempo, finalizzato allo sviluppo e rilancio economico del comprensorio. Condividere progetti, stabilire relazioni inter istituzionali possono essere in questo momento storico elementi fondamentali, con la possibilità di offrire pacchetti turistici relativamente a cammini e percorsi religiosi, nell’ambito del turismo slow e responsabile che stiamo incrementando”. 

Certo c’è molto da lavorare per valorizzare questi gioielli incastonati tra le montagne: affinare i percorsi, organizzarli e promuoverli, manutenerli in modo adeguato. Ma la strada, anzi il sentiero, è tracciato: una scelta consapevole che questo rappresenta una nicchia importante dell’offerta turistica.

Il 25 giugno, d’altronde, proprio all’eremo di Sant’Onofrio a Sulmona son finalmente iniziati i lavori nella parte bassa dello chalet per la sua valorizzazione: 600mila euro che risalgono al Masterplan e che hanno visto finalmente le ruspe in azione per dare un nuovo ingresso all’area che, oltre all’eremo, comprende anche l’importante sito archeologico del tempio di Ercole Curino.

“La specificità di questi territori merita di essere conosciuta e apprezzata – aggiunge la Cozzi -, soprattutto nell’ottica di un rilancio turistico per lo sviluppo economico territoriale e la creazione e di una rete forte e rappresentativa di un’identità tanto importante sarà occasione di confronto, crescita e produzione di progetti diretti a livello europeo”.

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