Clima rovente a Raiano, scontro tra Amministrazione e Comitato sicurezza

Aria tesissima a Raiano, come se non bastassero i furti nelle abitazioni (con l’ondata che si è fortunatamente placata nelle ultime due settimane) e la polemica dell’antenna 5G che sta sorgendo in pieno centro citta. Negli ultimi, l’Amministrazione comunale ha diffuso presso gli esercizi commerciali raianesi un opuscolo finalizzato a “ristabilire la verità dei fatti” su alcune vicende che hanno investito la comunità raianese negli ultimi mesi.

Un depliant che ha trascinato all’interno delle dinamiche politiche anche il Comitato “Raiano sicura”, un’associazione apolitica, sorta spontaneamente per far fronte ai topi d’appartamento che hanno infestato per settimane il paese peligno. Una manovra che ha trovato la pronta risposta da parte del Comitato, che parla di fatti “mistificati per i quali è necessario ristabilire l’oggettiva e inconfutabile verità”.

“Prima della formale costituzione del Comitato – si legge nella nota -, abbiamo assistito solo e soltanto ad un assordante silenzio da parte dell’intera Amministrazione, che ha ritenuto di dover diffondere un post di solidarietà sulla pagina istituzionale di Facebook solo il 30 marzo scorso, casualmente lo stesso giorno in cui si annunciava la nascita del Comitato e, per quanto noto, su sollecitazione di alcuni cittadini purtroppo vittime in prima persona dei furti”.

A detta del Comitato sarebbero infondate le accuse, mosse dai consiglieri comunali di maggioranza, che parlano di personalismi, di scarsa collaborazione con le Istituzioni, di cercare la polemica, di non produrre proposte o contributi, di aver tenuto incontri in luoghi privati anziché in luoghi pubblici.

“Ricordiamo agli stessi Amministratori – prosegue la nota -, che ci amministrano da ben più di un decennio, che la sala consiliare comunale non è un luogo pubblico, ma un luogo istituzionale riservato all’esercizio delle funzioni del Consiglio comunale, ovvero altre finalità istituzionali, tassativamente stabilite dalla legge e che per il suo utilizzo occorre corrispondere una tariffa (attualmente fissata dalla Giunta comunale in 30,00 euro, oltre IVA con aliquota vigente), ragione per la quale si è preferito optare per incontri in luoghi privati, gentilmente messi a disposizione del Comitato a titolo gratuito. Ben più grave è invece l’aver riportato virgolettato il contenuto di una istanza di accesso agli atti formulata al Comune dal Comitato “Raiano sicura” a norma di precise disposizione di legge in materia di trasparenza amministrativa e nell’esercizio democratico dei diritti che ci derivano dallo status di liberi cittadini e che, una volta acquisita al protocollo dell’Ente, diventa atto del Comune e, come tale, interno e riservato, da quel che ci sembra”.

Il Comitato, poi, passa alla controffensiva, interrogando l’Amministrazione sulle carenze e i disagi che si vivono in paese. Tra questi l’assenza di agenti di Polizia Locale o il silenzio sull’ondata di furti che il sindaco Marco Moca, la giunta e i consiglieri comunali di maggioranza hanno mantenuto da dicembre fino allo scorso 30 marzo.

Inoltre c’è l’accusa di sperpero di denaro pubblico per la produzione degli opuscoli, stampati presso la sede comunale.

“Gli organizzatori degli incontri pubblici tenutisi nell’aula consiliare hanno corrisposto quanto dovuto per l’occupazione della sala stessa – prosegue la nota -, come stabilito dalle annuali deliberazioni della Giunta comunale recanti l’approvazione delle tariffe dei cosiddetti “servizi a domanda individuale”? O la Giunta ha forse adottato apposita deliberazione per patrocinare gli eventi e quindi esonerare gli organizzatori dal pagamento? Vi risulta che abbiate censurato l’organizzazione ad opera di qualche cittadino di una manifestazione di protesta presso la sede della Prefettura dell’Aquila nel mese di aprile? Sapete che i cittadini percepiscono il comune sentimento di non poter più manifestare liberamente il proprio dissenso e che ciò non si confà ad una comunità che possa definirsi democratica? Vedete, cari Consiglieri comunali, questi sì che sono gli interrogativi che avremmo dovuto porvi se il Comitato si fosse posto quale “inquisizione” dell’Amministrazione, di cui ci avete accusato, ma non ve li abbiamo posti e non ve li porremo, riservandoceli nel caso in cui in futuro avremo magari l’impressione che l’Amministrazione invece che nostra alleata diventi piuttosto una nostra nemica. Tutto il resto sì che sono chiacchiere da bar, che non ci appartengono”.

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