
Neanche il peggiore dei padri di famiglia, neanche uno sguardo alla bolletta da pagare e alla tariffa più conveniente. Anzi: un colpevole menefreghismo, nonostante gli avvertimenti, le lettere, le raccomandazioni, gli avvisi formali.
Fatto è che dal primo gennaio il Cogesa nell’acquisto di energia (elettrica e gas) è passato dal mercato tutelato a quello di salvaguardia la cui differenza e sconvenienza, ormai, dopo la crisi energetica e il rincaro delle bollette, anche al più naiv degli utenti, è nota.
Un aggravio dei costi, ha calcolato l’amministratore unico Franco Gerardini, che sta costando un sovrapprezzo tra i 13mila e i 20mila euro al mese alla società. Soldi sprecati di cui, annuncia l’amministratore unico, qualcuno dovrà rispondere, verosimilmente davanti alla Corte dei Conti. Al fine di “tutelare gli interessi pubblici dell’azienda a causa della situazione venutasi a determinare (mancata sottoscrizione della convenzione Consip EE19 Lotto 12 e del conseguente ingresso di Cogesa Spa nel regime di salvaguardia) – si legge nell’ultimo provvedimento adottato -, a seguito del necessario approfondimento tecnico- amministrativo, solo in parte illustrato in premessa”.
E la premessa, in effetti, è imbarazzante: il primo marzo dello scorso anno il coordinatore generale, Stefano Margani, avverte il Cda di procedere ad un’indagine di mercato, visto gli aumenti registrati, per verificare la convenienza della convenzione Consip. Il Cda, però, non dà seguito alla richiesta e, dopo aver affidato un incarico per ricerca di brokeraggio, decide ad ottobre di aderire alla tariffa variabile di Consip. Solo che, in aggiunta al danno, si “dimentica” di pagare la polizza fideiussoria da 166mila euro necessaria per attivare il contratto. E questo nonostante i solleciti del fornitore ad ottobre prima e a novembre poi, con l’ultimatum che scade il 19 dicembre, quando A2A Energia comunica il definitivo recesso dell’ordinativo.
Le bollette passano così ad Hera nel mercato di salvaguardia con un aggravio dei costi da circa 200mila euro l’anno.
“Il CdA non ha adottato nessun atto di indirizzo volto a scongiurare l’annunciato ingresso nel regime di salvaguardia – scrive Gerardini – e conseguente aumento dei costi, benché ne fosse stato notiziato già dal mese di ottobre 2022 ed il Responsabile dell’Ufficio acquisti in ultimo avesse fatto esplicita richiesta”.
Ora l’amministratore unico, quello che oggi nella riunione del controllo analogo i sindaci dissidenti vorrebbero revocare per far tornare il vecchio Cda, ha nominato un “Energy Manager” per un anno: un incarico da 8mila euro che servirà per mettere ordine a contatori e bollette e, anche e soprattutto, per formare un interno che ricopra questo ruolo fondamentale nelle grandi società, soprattutto quelle energivore.
Quelle dove oltre alle bollette si pagano anche i danni, chi li fa.
Il CDA… 🤐
È ora che qualcuno paghi la malagestione di questa società.
Chiudere immediatamente e licenziare tutti! Nel mentre aspettiamo ancora gli ecocalendari
La Legge 10/91 prevede che entro il 30 aprile di ogni anno debbano nominare l’Energy Manager:
i soggetti operanti nel settore industriale che nell’anno precedente hanno avuto un consumo di energia superiore a 10.000 Tonnellate Equivalenti di Petrolio (TEP)
i soggetti operanti nei settori civile, terziario e dei trasporti che nell’anno precedente hanno avuto un consumo di energia superiore a 1.000 Tonnellate Equivalenti di Petrolio (TEP).
La nomina va effettuata esclusivamente attraverso la piattaforma web della Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia (FIRE).
La norma, inoltre, prevede una sanzione amministrativa in caso di inosservanza dell’obbligo di nomina dell’Energy Manager..
Da tutto ciò si desume apparentemente che per il Cogesa tale obbligo non sussista. Poi si può discutere se obbligo a parte era opportuno nominarlo o meno.
E il Cogesa non sembrerebbe essere per legge una impresa energivora altrimenti avrebbe usufruito dei benefici di legge previsti per il 2022 e prorogati al 2023.
Se il vecchio Cda nominava un energy manager non si sarebbe parlato di nomina ma di consulenza poltronificio spreco e quanto altro. Questa la triste verità. E intanto chi doveva tagliare le consulenze ne ha già attivate 2 in due mesi, se il buongiorno si vede dal mattino.
Inoltre Gerardini da Giulianova è molto attivo nonostante sia sub giudice da parte della Camera di Commercio, che vox populi narra abbia sospeso la sua nomina.
Inoltre da cittadino interessato solo alle proprie tasche e non a questa o quella fazione mi sarebbe piaciuto un confronto pubblico con tutte le parti in causa per sentire tutte le campane e non solo quelle stonate di parte. Ognuno fa la sua parte e ognuno tifa la sua squadra ma il comune (debitore verso il Cogesa di quasi 800mila euro) l’amministrazione hanno il dovere della trasparenza (vessillo sotto il quale si sono candidati e sono stati votati, anche da me) e invece si limita a raccontare la sua versione senza contraddittorio. Il tutto per giustificare una scelta, non una persona, una modalità della scelta stessa discutibile e che ogni giorno che passa si mostra in tutta la sua superficialità.
Infatti riepilogando Gerardini da persona corretta ha svelato che il problema del Cogesa non sono (o non sono soprattutto o anche) le consulenze, che ha attivato anche lui, ma i crediti non riscossi cioè i comuni che non pagano il dovuto. Quindi il vecchio Cda avrebbe dovuto essere piu duro con quei comuni ma siamo al,paradosso che quei comuni invece di pagare il dovuto hanno rimosso il cda perché non li ha informati(?) dello stato di crisi dovuto a loro che non pagano.
Il comune di Sulmona protesta sul taglio dei ritiri ma poi si scopre che il taglio non è colpa della crisi e della cattiverà gratuita del vecchio Cda ma del comune di Sulmona che ha disconosciuto al cogesa servizi per 300mila euro oltre a non saldare il cospicuo debito, e a conferma di ciò, come correttamente riportato da questa testata, il sindaco non ha chiesto il ritorno al vecchio calendario ma un passaggio più graduale al nuovo.
Gerardini dice che sono indispensabili una serie di interventi investimenti. Ha ragione peccato che quegli stessi erano inseriti nel bilancio presentato dal vecchio Cda e bocciato da quei comuni che plaudono a ciò che prima avevano bocciato, ma si sa da noi non conta il cosa ma il chi.
Gerardini evidenzia il problema delle tariffe di L’Aquila, peccato però che molti comuni che si indignano verso quelle tariffe sono gli stessi comuni che le hanno approvate e altri che le hanno rese possibili vendendo quote del consorzio.
Ci si indigna per i vertici, legali rappresentanti rinviati a giudizio, ma non per i dipendenti responsabili altrettanto rinviati a giudizio e rimasti a svolgere le stesse funzioni oggetto del rinvio a giudizio,
Per quanto sopra continuo a rimanere sorpreso del perché non si voglia fare una assemblea pubblica con tutte le parti in causa ma ogni giorno che passa ne capisco il motivo
Il Cogesa è impresa energivora infatti grazie al consulente del vecchio Cda che si è occupato della questione energia (energy manager?) il cogesa ha risparmiato tramite credito d’imposta (così come previsto da leggi nazionali) ben 70mila euro. Consulente che adesso Gerardini ha rinominato (nel duplice senso) energy manager. Alla fine Gerardini si sta rivelando il miglior difensore del vecchio Cda.
Ma è servito un esterno perché i tanto elogiati funzionari interni non ne sapevano nulla e di nulla si erano preoccupati. Così per dire.
Questione fideiussione. Ma chi ti fa una polizza fideiussoria con 8mln di debiti e con comuni soci del consorzio che non pagano e sono i principali debitori e la principale causa della situazione debitoria del cogesa? Se manco le entrate che dovrebbero essere certe sono tali la polizza te la scordi,
Corte dei Conti. Attenzione che la corte dei conti non faccia visita ai molti comuni (scissionisti e non) che hanno talmente tanti debiti, oltre quelli con cogesa, perché li pioverebbero commissariamenti a raffica, a proposito di cattiva amministrazione
Chiudere l’impianto.Noi profani non comprendiamo fino in fondo la situazione.Tutto fa pensare che sia meglio chiudere l’impianto e trovare soluzioni alternative.La salute dei sulmonesi innanzitutto ne giovera’
Ancora un altro incarico ha dato il nuovo amministratore?
Eh si e siccome le vecchie consulenze erano inutili sprechi ora le chiama nomine e nomina gli stessi che erano consulenti (inutili) del vecchio Cda.
Quando non sanno più dove mettere le mani loro nominano le consulenze.
Oggi non si arriverà alle 37 deleghe e quindi 3 sindaci continueranno a dare le carte in un partita dove non vince nessuno e perde il territorio.
E con un AU la cui nomina è sospesa dalla Camera di commercio quindi con il concreto rischio che se dovesse essere annullata sarebbero nulli tutti gli atti finora messi in essere. Ecco il capolavoro di questa e tante altre amministrazioni che hanno rifiutato qualsiasi proposta di mediazione delle altre parti ed ecco perché rifiutano ogni forma di confronto pubblico. Intanto si prendono consulenze e dove prima si starnazzava di poltronificio adesso si tace
E con un AU la cui nomina è sospesa dalla Camera di commercio quindi con il concreto rischio che se dovesse essere annullata sarebbero nulli tutti gli atti finora messi in essere. Ecco il capolavoro di questa e tante altre amministrazioni che hanno rifiutato qualsiasi proposta di mediazione delle altre parti ed ecco perché rifiutano ogni forma di confronto pubblico. Intanto si prendono consulenze e dove prima si starnazzava di poltronificio adesso si tace
Quali sono i requisiti da energy manager? Laurea e 3 anni di comprovata esperienza?
Cogesa è la fossa di Sulmona! Le bollette aumentano a noi cittadini, i servizi pessimi!! E loro mangiano!