Cogesa: due milioni di cose da fare e mai fatte

Un milione e 700mila euro di lavori da fare urgentemente, con priorità diverse sì, ma tutti indispensabili a rimettere sul binario il sistema integrato dei rifiuti di Cogesa: dall’impianto di trattamento biologico e meccanico (548mila euro), alla discarica (475mila euro), fino alla piattaforma di tipo A (713mila euro). Un elenco della spesa per la sopravvivenza, lasciando fuori, cioè, le strategie degli investimenti e delle cose da fare che, pure, l’amministratore unico della partecipata Franco Gerardini, mette nero su bianco tracciando quella che suona come un testamento da lasciare in eredità alla futura governance, visto che a pochi giorni dal controllo analogo non sembra essere stato raggiunto l’accordo tra i sindaci sul futuro della gestione di Cogesa.

Al netto dell’attivazione dell’impianto Css, dell’ampliamento della discarica per 100mila metri cubi che si scopre essere stata richiesta a maggio scorso dall’ex Cda alla Regione, ci sono interventi urgenti da fare per quasi 2 milioni di euro, ma con in cassa da poter spendere sì e no 300mila euro. “Alla luce della Relazione richiamata (ovvero quella del coordinatore Stefano Margani, ndr) – scrive Gerardini -, che dovrà costituire un programma di attuazione con specifico cronoprogramma di realizzazione degli interventi, si ritiene di dare priorità agli interventi finalizzati alla riduzione delle emissioni odorigene e riduzione impatti ambientali del sistema impiantistico”.

Quasi 425mila euro sono destinati ad abbattere le emissioni dei miasmi: a partire dalla sostituzione dell’impianto di aspirazione (Scrubber) dei capannoni per il quale ci vorranno 260mila euro e sei mesi di lavorazione. Da fare subito, però, con priorità 1, come quella di sigillare il reparto di stabilizzazione con 50mila euro e due mesi di lavori, “da effettuare entro marzo per limitare l’emissione di cattivi odori” si legge nella relazione. Altri 15mila euro si prevedono poi per l’acquisto di prodotti per neutralizzare i cattivi odori (3 mesi il tempo di esecuzione). Questo sull’impianto Tmb a cui si aggiungono altri 100mila euro sulla piattaforma di tipo A, per l’acquisto di una rampa di scarico per organico, al fine di eliminare l’operazione di travaso di organico dagli attuali cassoni scarrabili ai semirimorchi utilizzati da trasportatori terzi per il conferimento del rifiuto presso altri impianti.

Di urgente sull’impianto Tmb c’è da acquistare innanzitutto (priorità 1) per 20mila euro la tendo struttura che dovrà ospitare il Css, quello per cui si attende il permesso a costruire da parte del Comune di Sulmona e che dovrebbe ridurre del 70% i conferimenti in una discarica che, stando l’andazzo, ha 2 anni di vita ancora. E ancora c’è da acquistare un separatore elettromagnetico: una spesa di 28mila euro che sarebbe ammortizzata in sei mesi, visto che permetterebbe di recuperare tra 1 e l’1,5% del materiale ferroso (pari a circa 500-750 tonnellate l’anno) che vale, tra mancato conferimento e vendita del metallo, circa 50mila euro l’anno. Poi ancora acquistare un automezzo usato per 50mila euro, una ruota voltacumuli (20mila euro), la manutenzione del verde (47mila euro) anche per gli odori, l’acquisto di ricambi per il trituratore (58mila euro).

Sulla discarica la priorità è sistemare l’antincendio (5mila euro), sostituire il compattatore (400mila euro), intervenire sulle strade di accesso (20mila euro) e la manutenzione del verde (10mila euro) e adeguare il sistema di videosorveglianza (40mila euro) che non ha permesso di identificare i piromani che hanno dato fuoco alla discarica lo scorso anno.

Infine sulla piattaforma di tipo A, dove oltre alla rampa per l’organico, si dovranno acquistare un sollevatore telescopico (85mila euro), un carrello elevatore elettronico (70mila euro), un ragno caricatore semovente (180mila euro), realizzare un piazzale per la lavorazione del legno e degli ingombranti come previsto dall’Aia (almeno 150mila euro per iniziare), realizzare una tendo struttura (100mila euro), ripristinare la rete di protezione per il serbatoio Gpl (3mila euro) e installare la rete antipiccioni (25mila euro).

Criticità impellenti che, in verità, esistono da tempo, ma a cui nessuno ha messo finora mano, nonostante il Cogesa in passato abbia trovato i fondi per anticipare la realizzazione di strade e asfalti ai Comuni, di curare il verde e i cimiteri, persino per anticipare 1,4 milioni di fondi regionali. Soldi e liquidità in mani bucate, che danno l’idea di come il problema della società, e il disastro finanziario e gestionale a cui è arrivata, sia principalmente il frutto di governance che non hanno governato. Neanche l’ordinario.

9 Commenti su "Cogesa: due milioni di cose da fare e mai fatte"

  1. Ma poi il progetto definitivo per l’efficientamento energetico come è andato a finire? Un incarico da Diverso eurini

  2. Puccio D’Aniello | 17 Febbraio 2023 at 07:40 | Rispondi

    Complimenti e felicitazioni!
    … praticamente un programma per continuare a farla diventare sempre di più la mega discarica del centro Italia…

  3. Si fa prima a chiuderla.Per la buona pace di tutti.

  4. Comiche finali | 17 Febbraio 2023 at 08:58 | Rispondi

    Praticamente ciò che stava nel bilancio del vecchio cda e che il comune di Sulmona ha bocciato.
    Ormai siamo alle comiche con il nuovo Ad chiamato a sostituire gli incapaci del vecchio cda che ripropone continua a fare le cose del
    Vecchio cda

  5. Azz’ò, chi guarda la foto capisce al volo che siamo in Italia, uno lavora e 5 fanno gli assistenti 😆

  6. Elisabetta Bianchi | 17 Febbraio 2023 at 14:42 | Rispondi

    ma per programmare tutto ciò non occorre che prima l’assemblea dei soci approvi prima il bilancio di previsione della partecipata Cogesa?

  7. Elisabetta Bianchi | 17 Febbraio 2023 at 14:44 | Rispondi

    che si dovesse procedere al revamping dell’impianto era cosa ultra nota sin dalla scorsa consiliatura comunale…

  8. Cogesa ergo sum | 17 Febbraio 2023 at 19:31 | Rispondi

    Il buon Gerardini da persona competente sta praticamente dicendo le cose che erano già note, forse solo a questa amministrazione troppo occupata a pensare alle poltrone, e fatte presente dallo stesso vecchio cda. Peccato che in questo paese se una cosa la dice tizio non va bene ma se la stessa la dice caio diventa la,scoperta dell’America.
    Nel titolo andava aggiunto due milioni di cose da fare sempre dette e mai fatte, dal comune. Questa è precedente amministrazione. Questa amministrazione invece di cambiare governance a capocchia poteva semplicemente fare due cose: pagare i debiti che ha e fare le cose che tutti sanno si debbono fare, vecchio Cda e Au

  9. Gli investimenti rappresentano esclusivamente un aggiornamento di opere definite prioritarie. Se si legge bene la determinazione si richiama di definire interventi prioritariamente necessari per ridurre impatti ambientali ed emissioni odorigene provenienti dalle diverse linee di trattamento e smaltimento, da inserire nel Piano degli investimenti 2023-2025. Ogni battuta potrà’ essere anche simpatica, ma distorcere, per altri fini, i contenuti di un atto amministrativo peraltro mai adottato dalla Società, nn credo sia giusto.

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