Cogesa in trincea: reclamo contro l’ordinanza del tribunale, ma il Cda convoca l’assemblea

Non ci stanno i Comuni soci che avevano licenziato il Cda di Cogesa e a cui il tribunale delle Imprese dell’Aquila ha dato torto reintegrando la ex governance della partecipata.

Oggi, infatti, l’avvocato incaricato dal Comune di Pratola, con l’accordo, anche di partecipazione alle spese, dei Comuni di Sulmona, Pettorano, Pacentro, Vittorito, Tornimparte, Acciano, Cansano, Pescocostanzo, Vittorito, ha depositato formale reclamo contro l’ordinanza del 18 aprile scorso con cui non è stata riconosciuta la giusta causa che ha portato alla revoca del Cda.

Nel frattempo lo stesso Cda ha convocato per il 9 maggio prossimo l’assemblea dei soci con all’ordine del giorno la revoca in autotutela della delibera del 30 dicembre scorso (quella della revoca del Cda e della nomina di Gerardini, che nel frattempo si è dimesso) e “determinazioni in merito al futuro della società” che, stando a quanto promesso dal presidente Nicola Guerra, dovrebbe avere sul tavolo il 9 maggio stesso le dimissioni del Cda.

Nel mezzo ancora nessun accordo della politica, il che fa intravedere una situazione di stallo, più di quanto lo sia attualmente, per la governance della partecipata su cui pesa come un macigno la dichiarazione di stato di crisi e le carte inviate alla procura che potrebbe decidere per l’amministrazione controllata della società.

La pronuncia sul reclamo non arriverà verosimilmente prima della seduta dell’assemblea, con le due fazioni dei sindaci-soci che, nei fatti, restano ognuno nella propria trincea.

Nel reclamo che contesta l’ordinanza del giudice si evincono diversi punti di contestazione: il fatto, innanzitutto, che il giudice sia entrato nel merito del provvedimento revocatorio che, invece, “non è autorizzato dalla norma”, tanto più che nel corso dell’udienza era emerso da entrambe le parti il fatto che il controllo del giudice doveva essere meramente estrinseco sulla giusta causa di revoca. Eccepiscono i ricorrenti anche sulla “contraddittorietà del ragionamento del giudice che, in un primo momento, ha disposto l’audizione degli interessati e, poi, il deposito di memorie, mentre, nel decreto, si ritiene di non considerare le circostanze riportate dai ricorrenti nell’ambito della memoria depositata da ultimo”. 

Ma soprattutto non convince il fatto che il Cda abbia proceduto a dichiarare lo stato di crisi senza il parere preventivo dell’assemblea, il fatto che abbia ritardato la convocazione dell’assemblea, l’inadeguatezza del piano di risanamento proposto, la violazione dell’obbligo di rilevazione trimestrali, l’inesattezza del pareggio di bilancio; in altre parole il Cda avrebbe impedito ai soci di esercitare il controllo analogo sulla società in house, minando al contempo il patto fiduciario.

16 Commenti su "Cogesa in trincea: reclamo contro l’ordinanza del tribunale, ma il Cda convoca l’assemblea"

  1. Spese legali e soccombenza | 28 Aprile 2023 at 15:38 | Rispondi

    Ma i Sindaci hanno informati i cittadini che le spese legali e eventuali soccombenze verranno pagati con i soldi “nostri”?

  2. Qui starebbe molto bene una bella consulenza legale, però in uno studio di quelli tosti, fuori regione….

  3. Tanto paga pantalone.per la saca invece tutto ok? Nessun reclamo?

  4. Ma davvero pensate o credete che il cda tornato a dirigere il giocattolo si dimetterà? 😂😂😂

    • Veramente per serietà non dovrebbe dimettersi visto che chi dovrebbe non è in grado di nominare una nuova governance

    • Il cda scade a giugno e basterebbe che i soci si mettano d’accordo per cambiarlo magari stavolta rispettando la legge. Ps ma tutti biografi del Cda siete? Tutti che ne conoscete i pensieri e le intenzioni? Magari foste chiamati di fronte a un giudice a dimostrare quel che scrivete sai che ridere è che risarcimenti.

  5. La vicenda infatti potrebbe non finire qui anche dopo il parere del tribunale dell’Aquila…il cda uscente comunque DEVE uscire per evitare guai peggiori per noi

    • Cogesa ergo sum | 29 Aprile 2023 at 08:24 | Rispondi

      Il cda cosa deve non lo stabilisce lei anche perché intanto un tribunale,che ha più competenza e conoscenza di lei, ha stabilito che deve rientrare. Il cda vuole dimettersi, tra l’altro scade a giugno, il problema è che la politica cioè i soci dovrebbero essere in grado di nominare una nuova governance nel frattempo perché a voi sapientoni da internet non dovrebbe sfuggire che una società come Cogesa non può rimanere senza una guida.
      Ps la perla dei sindaci ricorrenti, nel senso che ricorrono e che sono sempre gli stessi, è che non potendo contestare il merito della decisione contestano che il tribunale non poteva entrare nel merito. Quindi la decisione nel merito è giusta ma non dovevano dirlo. Errare è umano perseverare è diabolico, bene il ricorso probabilmente inutile visti i tempi ma nel caso verrà rigettato a questo punto vista l’insistenza forse un pensiero a dimettersi dovrebbero seriamente farlo, dimissioni per accanimento terapeutico da palese incompetenza politica ed amministrativa

    • E la società nel frattempo chi la gestisce? Lei dall’alto delle sue competenze acquisite su internet? Manco l’abc. Inoltre il cda sta là perché un tribunale ha stabilito che chi lo ha cacciato lo ha fatto non rispettando la legge è non perché si sono incollati alla poltrona come qualcuno vuole far credere. E le sentenze, che non sono opinioni, sono legge e fatti e si rispettano e se si vuole si appellano come giustamente ha fatto l’amministrazione. Quindi il suo deve non ha nessuna ragione giuridica ma è un classico commento da bar. Detto ciò se ci rimane è per colpa dei soci che non sono in grado di nominare una nuova governance. Quindi la prossima volta rivolga i suoi deve alle persone giuste invece di dare semplicemente sfogo ai suoi pregiudizi. E attenzione a usare frasi “guai peggiori per noi” che una sentenza vera non quelle web ha sentenziato che non hanno combinato nessun guaio rigettando la giusta causa del licenziamento, e i comuni già dovranno pagare se vuole può aggiungersi anche lei con i suoi commenti

  6. bene,un carrozzone fallimentare da chiudere immediatamente,da cedere al valore di mercato ad una delle eccellenze italiane di gestione dei rifiuti,raccolta,trattamento e riciclo,in rete chiare e trasparenti tutte le informazioni sulle migliori aziende di “economia circolare”,
    classifiche,analisi,studi,previsioni,aggiornamenti,tecnologie,ecc,addirittura come creare e gestire una nuova impresa,dunque di tutto di piu’,nulla da imventare,quindi quali gli impedimenti? E basta , ono?

  7. Elisabetta Bianchi | 29 Aprile 2023 at 15:34 | Rispondi

    dum pendet,rendet

    • Ed una eccellenza di questa portata potrebbe mai infilarsi in questa valle di lacrime così agguerrita contro tutto e contro tutti e con una durata del sito di pochissimi anni ancora?

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