
Sarà una settimana decisiva quella che si apre per le sorti del Cogesa: per oggi è attesa la sentenza sulla legittimità della revoca del Cda e domani è prevista l’assemblea dei soci che dovrebbe decidere in merito alle indicazioni date dal controllo analogo per la decadenza dell’amministratore unico Franco Gerardini. Inutile dire che l’esito della sentenza, sperando arrivi entro oggi, è propedeutica e dirimente per l’esito dell’assemblea.
Comunque vada occorre fare in fretta, perché la società ha bisogno di sbloccare la situazione sia dal punto di vista amministrativo, ma soprattutto dal punto di vista finanziario. E non è solo una questione di parare i cinque pignoramenti in corso, ma anche di non fermare gli investimenti che sono essenziali alla partecipata.
Senza il bilancio approvato, infatti, il Cogesa è entrato in una sorta di sabbie mobili che hanno costretto l’amministratore unico sospendere alcune opere importanti.
In particolare con atto formale Gerardini si è trovato costretto a dare lo stop alla realizzazione della tensostruttura per la piattaforma di Tipo A e al revamping dell’impianto Tmb per la realizzazione della linea di recupero di materia. Sulla scrivania dell’amministratore è arrivata infatti la relazione aggiornata dei tecnici con la quale si evidenzia un aumento dei costi per queste due opere rispettivamente del 150% e del 37%: a conti fatti si tratta di quasi 650mila euro in più, calcolando che la tensostruttura, su cui è stato necessario adattare le prescrizioni fatte dai vigili del fuoco, aveva originariamente un costo di 100mila euro e il revamping di 1,345 milioni di euro. Soldi non coperti dalla delibera Cipe da 2,5 milioni di euro che ha finanziato le opere e che il Cogesa dovrà trovare altrove, ovvero nell’accensione di mutui che, però, non è possibile fare senza il bilancio approvato.
Non solo: per il revamping del Tmb, Cogesa ha anticipato quasi 1,3 milioni di euro alla Regione che, da più di un anno, non ha ancora provveduto a liquidare lo stato di avanzamento dei lavori. Una delle tante follie della burocrazia.
Le forze, ora, Cogesa le ha concentrate sull’impianto Css, il cosiddetto Attritor Mill, che dovrebbe ridurre il conferimento in discarica di circa il 70%, operazione criticata da molti (a partire dal Comitato Morrone) ma, nell’immediato, indispensabile per evitare che trameno di due anni la discarica sia esaurita. Per il macchinario (evoluzione di Refolo) è necessario sostanzialmente realizzare un capannone per la copertura, il cui permesso a costruire è arrivato dal Comune di Sulmona solo a febbraio scorso. Che così, sotto un tendone strappato, che costa 6mila euro al mese, certo non potrà essere mai messo in funzione.
Imbarazzante il disinteresse dei sindaci soci…
Il bilancio non lo ha redatto e presentato Geradini i sindaci non ci entrano nulla. È il caos amministrativo dalla sua nomina generato non c’entra nulla perché comunque gli ha permesso di fare cose anche meno utili e opportune tipo consulenze e determine a rischio nullità. Come ha fatto queste poteva fare il bilancio.
ma che si aspetta a sciogliere questo carrozzone? perchè accanirsi ogni anno con aumento TARI, nessuno dei politici ha gli attributi per dirlo? ormai è chiaro il destino. o si va avanti con il c..o dei cittadini che pagano TARI e chi abita vicino la discarica o si chiude.
… tensostrutture… piattaforme “ alfabetiche”… revamping… Attritor Mill Css… Refolo…
Milioni di euro… molti milioni di euro… investiti (?) per farci diventare la quasi pattumiera del centro Italia… con la puzza insopportabile e l’andirivieni continuo di mezzi carichi di rifiuti, per non parlare del consumo di suolo che ha generato… non bastavano i “ buchi dei cavatori “… per poi farci aumentare il costo del servizio di raccolta e conferimento… addirittura il conferimento farcelo pagare a tonnellata di più di chi scarica senza differenziare… e tutti noi assuefatti… ormai affetti da questa
particolare “ Sindrome di Stoccolma” incapaci di reagire e capovolgere questo modus operandi… e nessuno che dica basta: RIDIMENSIONATE QUESTA DISCARICA, riportatela al solo servizio del territorio Peligno.
O, in alternativa, chiudetela del tutto e facciamo come fanno adesso molti altri Comuni:
i rifiuti li andiamo a smaltire presso altri impianti… vicini o lontani non ha importanza… a conti fatti, a noi cittadini ci costerebbe molto meno, perché qui tra costruzione e gestione degli impianti, consumo del suolo, inquinamento dell’aria, consulenze, progettazioni, mantenimento sedi Istituzionali e… imbucati dalla politica… ci stanno prosciugando del tutto i risparmi… e molte persone si trovano in grosse difficoltà a pagare…
A chi spettava presentare il bilancio? Al nuovo AU che è in carica da gennaio.
Doveva presentarlo entro fine aprile, cioè 4 mesi. Con determina ha detto che non è stato in grado di redigerlo.
Motivazione caos amministrativo.
Bene questa più che una motivazione è una scusa per varie ragioni. In primis perché da professionista avrebbe dovuto fare quello che gli compete nonostante il caos amministrativo, che giova ricordarlo nasce dalla sua nomina. Anche perché quello stesso caos gli ha comunque permesse di fare determine e consulenze ma stranamente non il bilancio. L’avesse fatto altro Au o uno dei vecchi Cda apriti cielo polemiche fiumi di inchiostro accuse e campagne mediatiche. Invece adesso tutto è normale tutto è giusto tutto ha una spiegazione . Consulenze comprese.
Questa storia del cogesa per tanti aspetti è rivelatrice di cosa è Sulmona di come si formano le opinioni di come si strumentalizzano le cose di come si creano ad hoc le polemiche per altri fini.
Non conta cosa si fa ma chi le fa. Vedremo come andrà a finire ma questa per la città rimane una delle pagine più brutte della vita cittadina per come si è gestita la vicenda politicamente e mediaticamente.
Ecco l’esempio di come si gestiscono i servizi pubblici, le municipalizzate e le società partecipate!
Cogesa è un carrozzone (come ce ne sono tanti in giro per l’Italia) che produce debiti e distribuisce stipendi e voti. Va chiusa col “liberi tutti”.
Ma subito dopo si pone il problema: chi raccoglie e chi smaltisce (o meglio: chi seppellisce, giacché perlopiù questo si fa in Italia) i rifiuti? E dove si seppelliscono?
Sono tanti i “carrozzoni” nell’intera provincia, che danno tanto lavoro e tanto pane purtroppo non uniformemente distribuito.
I debiti ci sono quando anche i soci non pagano il dovuto e questo accade in ambito provinciale e non.
Se chiude si troverà come e dove riaprire e dove scaricare e anche chi vi dovrà scaricare.
E’ un problema della Valle Peligna innanzitutto.
Credo che chi difende L’Aquila è l’ultimo che può parlare di carrozzoni altrui…
Quindi il carrozzone come lo chiama lei è fatto da lavoratori onesti con una professionalità è una dignità che merita rispetto. Professionalità che consente a voi di smaltire i rifiuti a caxxo che producete.
Quindi se si chiede rispetto lo si deve dare …….
È vero, la monnezza aquilana puzza,mentre quella peligna viene imbottigliata e venduta in profumeria.
Stiamo qui ancora a fare la guerra tra chi ha i rifiuti più puliti, per poi seppellirli tutti sotto terra. La Svezia ha 34 inceneritori, Montecarlo ne ha uno in città, su quello di Copenhagen si scia. Ma si sa, stiamo parlando di paesi dove non esiste alcuna coscienza ecologica, mentre in Italia, come sempre, abbiamo capito tutto e prima degli altri. E seguitiamo a pensare che la mia immondizia sia migliore della tua.
Una coscienza ecologica talmente avanzata che però ogni tanto si appisola quando si usa la macchina magari preistorica che lascia scie fumose neanche fosse quella di 007 macchina che si usa a sproposito per fare 100metri il sabato quando la
Domenica si postano sui social le proprie festa atletiche tra corse Kilometroche svettate alla crocetta e pedalate infinite. Ecologisti a targhe alterne
Ha ragione… l’aquila ha bisogna di un inceneritore
Ma poi il comune di Sulmona ha provveduto ad onorare le fatture a suo carico emesse dal cogesa? Sai, essendo promotrice dell’AU e lo stesso lamenta i mancati pagamenti dei consorziati…… Sono proprio curioso…. E mi domando perché la redazione di questo giornale non ne parli più…. Curioso…